Il festival dei borghi marchigiani prevede l’apertura dei luoghi della cultura , visite guidate, mostre, rievocazioni storiche in costume, dimostrazioni, appuntamenti enogastronomici e mercatini dell’artigianato
ANCONA – Dal 1 al 17 settembre 2023 tornano ad animarsi i borghi marchigiani, preziosi scrigni di tradizioni, racconti e leggende. Grazie a un bando predisposto dalla Regione Marche sono 52 i Comuni coinvolti in forma singola o in una strategica alleanza in rete nella terza edizione del Festival. L’iniziativa è sostenuta dalla Regione Marche, fortemente voluta dall’assessore regionale alla Cultura, Chiara Biondi, ed è gestita e promossa da Fondazione Marche Cultura e AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali. Inoltre vede i patrocini della Camera dei Deputati, del Ministero della Cultura e della Camera di Commercio delle Marche.
Obiettivi principali sono il rilancio dell’immenso patrimonio costituito dai borghi in un‘ottica di destagionalizzazione dell’offerta turistica con le conseguenti positive ricadute su tutto l’indotto, la valorizzazione dei borghi e del patrimonio costituito dalle storie e quindi dalla realtà immateriale dei luoghi che li riempiono di significato, per preservare la memoria e l’identità della Regione.
L’intento del Festival, sotto la direzione artistica di Paolo Notari, è quello di far conoscere gli antichi borghi, le fortezze medievali, le splendide piazze e le numerose chiese, di far riscoprire l’immaginario collettivo marchigiano fatto di narrazioni e tradizioni, miti e leggende, aspetti devozionali e credenze popolari, ma anche di far assaporare i piatti tipici, seguendo le trame di una conoscenza che si fa spettacolo e divertimento.
Dal 1 al 17 settembre – per tre weekend consecutivi dal venerdì alla domenica, tra le ore 18 e le 24 – turisti e visitatori potranno esplorare i piccoli centri marchigiani del cratere del sisma, della dorsale appenninica e della costa dove troveranno un’offerta continua di eventi, con almeno una rappresentazione al giorno per un totale di 3 spettacoli, a cui si affiancherà l’apertura dei luoghi della cultura delle Marche: chiese e palazzi storici, teatri, biblioteche, musei e collezioni ma anche negozi e ristoranti. Previste inoltre visite guidate, mostre, rievocazioni storiche in costume, dimostrazioni, degustazioni di prodotti tipici, appuntamenti enogastronomici e mercatini dell’artigianato.
“La cultura e l’arte sono l’essenza intima dell’appartenenza ad un passato di creatività e fascino – afferma l’onorevole Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei Deputati – La cultura è l’identità di un paese ed è per questo che va valorizzata in tutte le sue forme. L’idea al centro di MArCHESTORIE è quella di valorizzare i borghi e le aree interne. È la strategia giusta per la crescita culturale e turistica del territorio, volta a valorizzare le tante ricchezze. La grande partecipazione a MArCHESTORIE ci sta dando ragione: il Festival diventerà sempre di più una infrastruttura della cultura marchigiana, un veicolo per promuovere la regione”.
“Marchestorie – dichiara l’assessore regionale alla Cultura, Chiara Biondi – è un caleidoscopio che contiene le tante tradizioni dei nostri territori. I borghi, vero palcoscenico di questa iniziativa, esprimono inoltre una delle caratteristiche più peculiari della nostra regione. Abbiamo un’alta concentrazione di questi piccoli insediamenti e ognuno di essi ha una sua identità ben definita. Questa è un’enorme ricchezza culturale e storica ma deve divenire sempre di più anche una grande opportunità di crescita economica. Va aggiunto che il festival si arricchisce della collaborazione della Camera di Commercio e dunque di tante attività che sono il valore aggiunto di questa edizione. Abbiamo un calendario di eventi molto interessante che porterà un contributo all’offerta turistica e che inizia a guardare alla destagionalizzazione”.
“Anche noi siamo impegnati nel progetto MArCHESTORIE – dichiara Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche – per valorizzare su più fronti le Marche, comprese quelle attività imprenditoriali che vengono coinvolte nel Festival. Ai Comuni partecipanti noi daremo indicazioni sulla tipologia di aziende che potranno dare valore aggiunto alla manifestazione. Un’operazione che è partita grazie al protocollo d’intesa con la Regione e che può garantisce anche la valorizzazione dell’iniziativa nel suo complesso e dei singoli eventi presso le Associazioni di categoria. L’intento è quello di incentivare la diffusione della conoscenza e la partecipazione degli imprenditori interessati”.
“Saranno tre settimane ricche di appuntamenti – afferma Andrea Agostini, presidente Fondazione Marche Cultura – con l’obiettivo di lasciar immergere i visitatori nel fascino delle più suggestive località marchigiane. Questo festival non propone eventi calati dall’alto, replicabili in qualsiasi spazio. La peculiarità di Marche Storie è che ogni racconto o spettacolo è profondamente radicato nelle mura del borgo che lo ospita, ha senso in quel luogo ed in quel luogo soltanto. Questa è la sua unicità. Non è un dettaglio da poco il fatto che buona parte del programma interessi i piccoli centri feriti dal sisma di 7 anni fa, splendide realtà che tanto hanno bisogno di rilancio e che attraverso questa rassegna potranno mostrare la loro meraviglia”.
“Le Marche si raccontano attraverso una ‘bellissima e corposa’ rassegna di eventi nei nostri borghi in festa, quale è appunto, Ma(r)che Storie – dice Piero Celani, presidente AMAT – L’intento è quello di guidare, marchigiani e turisti, alla conoscenza del territorio, delle nostre tradizioni, e di quell’immenso patrimonio, storico-culturale e architettonico che caratterizza la nostra Regione, attraverso visite guidate, mostre, rievocazioni in costume, degustazioni e offerte di prodotti tipici che valorizzano aspetti peculiari della vita, e della storia, dei nostri incantevoli borghi. Ma(r)cheStorie, insieme a Marche Grandi Storie, pertanto, invitano il grande pubblico, non solo a (ri)scoprire le Marche ed i suoi tesori, attraverso il proficuo connubio di cultura e turismo, ma anche a convincersi definitivamente, che questa Regione, unica al plurale, è la sintesi del territorio Italiano”.