Presso l’Aula Edith Bruck (ex G), a Palazzo Ugolini, si parlerà della rivalità tra d’Annunzio e Pirandello con il Direttore Generale Creatività Contemporanea MIC
MACERATA – Gabriele d’Annunzio e Luigi Pirandello sono i “Cordialissimi nemici” di Angelo Piero Cappello inseriti nella collana diretta da Franco Di Tizio per Ianieri Edizioni su I saggi e carteggi dannunziani: il volume verrà presentato mercoledì 13 marzo alle ore 17.00 presso l’Aula Edith Bruck (ex G) a Palazzo Ugolini, Polo Tucci in Corso Cavour 2 dell’Università di Macerata dove nell’ambito del corso di Letteratura Italiana della Professoressa Laura Melosi, ci sarà la lezione sulla rivalità dei due autori del Dott. Cappello (Direttore Generale Creatività Contemporanea MIC).
Il romanzo forse più conosciuto di Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila, viene concluso nel 1925, dopo quindici anni di lunga gestazione. La pagina ultima, di chiusura del romanzo, analizzata nella sua struttura, appare sostanzialmente modellata su una pagina del Vangelo secondo l’Avversario che d’Annunzio pubblica nel 1924.
Precedentemente, nel 1920, Pirandello, durante una lectio magistralis tenuta a Catania in occasione degli ottanta anni di Verga, aveva ribadito il suo disprezzo per quello “spregevole uomo” che riteneva essere d’Annunzio. E, a proposito del modo di vivere e di interpretare la scrittura del Poeta pescarese, in quella stessa circostanza lo avverte: “la vita o si vive o si scrive”.
Dieci anni dopo, nel 1931, Pirandello verrà nuovamente invitato a tenere, a Roma, una conferenza su Verga, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa dello scrittore di Catania: Pirandello presenterà un testo quasi identico a quello del 1920, ma con una sola cancellazione: sparisce infatti, dal testo della prolusione pirandelliana, la frase “la vita o si vive o si scrive”.
Perché Pirandello operò questa cancellazione? Tra le tante ipotesi possibili, verosimilmente, la più probabile sta nel fatto che nel frattempo, l’insistito disprezzo di Pirandello nei confronti di d’Annunzio, espresso continuamente per tanti anni, lasciò emergere una sotterranea, inammissibile per l’Agrigentino, ammirazione profonda verso Gabriele d’Annunzio, così trasformando i due avversari in “cordialissimi nemici”: e ne è prova, tra l’altro, proprio quella pagina che conclude il romanzo Uno, nessuno e centomila (1926) modellata su una pagina del Vangelo di d’Annunzio nel primo tomo delle Faville del maglio. Lo stesso tomo in cui d’Annunzio sembra rispondere a Pirandello asserendo: “Vivo, scrivo”.
AUTORE
Angelo Piero Cappello, già dirigente dell’area della promozione culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attualmente è primo Dirigente della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Componente del comitato tecnico del MuSa (Museo di Salò) e della Fondazione Michetti per l’arte contemporanea di Francavilla al Mare, è membro del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Studioso di letteratura italiana del Novecento, ha pubblicato diversi saggi e studi sulle figure e sulle opere di Pirandello e d’Annunzio. Tra le molte altre cose, ha pubblicato Come leggere Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello con la casa editrice Mursia, mentre ha curato le note esplicative delle Faville del maglio nell’edizione dei Meridiani Mondadori.