Ieri la cerimonia per festeggiare la riapertura del palazzo dopo i lavori di riqualificazione. Il rettore John McCourt: “Tutto questo è parte di una più ampia opera di ristrutturazione che renderà ancora più funzionante e bello il nostro Ateneo”
MACERATA – È un edificio “smart”, per usare le parole del rettore John Mc Court, quello che l’Università di Macerata ha presentato ieri ufficialmente alla città, perché fa un uso intelligente e sostenibile delle risorse energetiche e perché “è un luogo bello che contribuisce alla formazione di chi lo frequenta”. Dopo circa due anni di lavori, il palazzo in piazza Strambi, edificato tra il 1830 e il 1835 come seminario vescovile, acquistata dall’Ateneo nel 1980 e oggi sede del Dipartimento di Economia e diritto, aveva riaperto i battenti già lo scorso settembre. Mancava solo il taglio del nastro di oggi alla presenza della autorità civili, militari e religiose. Il palazzo “riacquista un’aria di rinnovata giovinezza – ha rimarcato il rettore -. È un segnale di speranza in un ateneo, qui da 1290, ferito dal sisma del 2016, ma che guarda con ottimismo verso il futuro per e con i propri iscritti”.
Il vescovo Nazzareno Marconi ha portato la benedizione, la vicesindaco Francesca D’Alessandro il saluto della città per conto del sindaco Sandro Parcaroli.
“Il benessere degli studenti è una priorità anche per la nostra amministrazione – ha detto quest’ultima -. La bellezza dei luoghi accresce il valore di un Ateneo di cui la città va fiera per la sua storia e la sua straordinaria qualità. Questa operazione è un modello, in un territorio cosi martoriato come il nostro, di come si possano intercettare fondi da diverse linee di finanziamento per rispondere al bisogno di ricostruzione della nostra comunità”.
Grazie ai fondi europei di sviluppo della Regione Marche, a quelli del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, lo stabile, di cui era inagibile solo l’aula abside, è stato sottoposto a lavori di miglioramento sismico ed efficientamento energetico, con una riorganizzazione più funzionale degli spazi interni e apparati tecnologici più moderni.
“Il sisma – ha spiegato l’architetto Francesco Ascenzi, responsabile dell’area tecnica di Unimc – ci ha dato l’occasione per ottenere risorse che abbiamo deciso di impiegare per un miglioramento di molte nostre sedi”.
L’intervento in totale è costato 4 milioni e 150 mila euro. I lavori sono iniziati sotto il rettorato di Francesco Adornato Il palazzo, che si sviluppa su duemila e 800 metri quadri netti, potrà accogliere fino a 800 utenti. Sono state ricavate 10 aule per 623 posti, quattro laboratori informatici per 78 posti, quattro sale polivalenti, tredici uffici e una sala ristoro. Tutte le postazioni sono cablate e sono state installate nuove attrezzature audio video. La struttura è stata adeguata alle più recenti norme sulla sicurezza sismica e per il superamento delle barriere architettoniche nonché a una maggiore sostenibilità energetica.
“Tutto questo è parte di una più ampia opera di ristrutturazione che renderà ancora più funzionante e bello il nostro Ateneo”, ha ribadito McCourt, riferendosi ai lavori conclusi sei mesi fa alla Loggia del grano, a quelli che partiranno a breve per i palazzi Ciccolini, Ugolini, via Crescimbeni 20 e per la sede di Giurisprudenza in piazza della Libertà. A questi si aggiungono l’ex sede della Banca d’Italia con i palazzi Rotelli, Silvestri e Mozzi, o dei Diamanti, per un totale quasi novemila metri quadrati e l’acquisto delle ex-Monachette, l’ex convento di via Armaroli da parte dell’Erdis. Per l’edificio è previsto un intervento di restauro e risanamento conservativo, con miglioramento sismico e riqualificazione energetica interamente finanziato, per oltre 8 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della ricerca, a cui si sono aggiunti ulteriori 3,9 milioni da parte dell’Ufficio ricostruzione per garantire il completamento dei lavori. Nascerà una bellissima residenza studentesca.
I primi insegnamenti di economia introdotti all’Università di Macerata risalgono al periodo post unitario, con docenti illustri come Umberto Ricci e Maffeo Pantaleoni, ma è all’inizio degli anni Novanta che vengono istituiti i primi corsi di laurea. Nel 2001 nasce la Facoltà di Economia che, nel 2012, con l’entrata in vigore della legge Gelmini, diventa l’odierno Dipartimento di Economia e diritto.
“La riapertura della sede – ha sottolineato la direttrice Elena Cedrola – contribuisce all’identità e alla visibilità del Dipartimento, che vede un connubio tra tradizione e innovazione. Il nostro gruppo di docenti è cresciuto nel tempo, oggi siamo 45, e rappresenta un eccezionale mix di scuole italiane che permette di offrire ai nostri studenti un insegnamento di eccellenza. Ogni anno vengono numerosi colleghi di università internazionali, creando reti di studio virtuose. Abbiamo rivisto l’offerta formativa con nuovi corsi in data analisys e marketing della sostenibilità e insegnamenti come neuromarketing e intelligenza artificiale”.
Ospiti d’onore sono stati Elena Beccalli, oggi alla Cattolica di Milano ma che per molti anni ha insegnato a Macerata facendo la spola con la London School of Economics, e Gian Luca Comandini che attualmente tiene corsi su blockchain e criptovalute. Sono intervenuti anche Valentino Sturba in rappresentanza degli studenti e Elisa Vallini per i dottorandi.