Domenica prossima fedeli e visitatori potranno rendere omaggio a Santa Sperandia e vivere un’esperienza di raccoglimento e fede
SAN SEVERINO MARCHE – Domenica prossima (25 agosto) fede e tradizione torneranno ad incontrarsi in uno dei luoghi di spiritualità più suggestivi del territorio settempedano: la Roccaccia di Monte Acuto. Posta in una zona di confine con Cingoli e Treia, non tutti sanno che la Roccaccia ricade nel territorio del Comune di San Severino Marche.
In merito alle sue origini si conosce molto poco, se non che essa probabilmente sorse sulla scia del grande esodo causato dalle invasioni barbariche nel Piceno, fuga che portò gradualmente le principali città romane della zona a spopolarsi in favore di luoghi più sicuri e facilmente difendibili come le vicine montagne. Sicuramente la sua fortificazione ed erezione a castro vero e proprio, come hanno ricostruito gli storici, ebbe consacrazione durante la guerra fra bizantini e longombardi, essendo questi luoghi fortemente interessati dal corridoio bizantino.
Qui ogni anno, sul finire dell’estate, un gruppo di volontari del posto, costituitisi in associazione, organizza un momento di preghiera ma anche d’incontro per onorare Santa Sperandia, figura venerata per la sua profonda spiritualità e il suo legame con il territorio.
L’eremo della Roccaccia, noto per essere stato luogo di ritiro spirituale per la santa, offre un contesto di rara bellezza naturale, immerso tra i boschi del Monte Acuto. La tradizione vuole anche che sia meta di pellegrinaggio e devozione, richiamando ogni anno numerosi fedeli e visitatori che desiderano rendere omaggio alla Santa e vivere un’esperienza di raccoglimento e fede.
C’è anche una leggenda che riguarda la Roccaccia.
Un favoloso tesoro, lasciato chissà da chi, si narra sia nascosto tra i resti della torre di guardia. Questa storia si tramanda da secoli. Il tesoro lo si può trovare solo se tre uomini giungono sul posto insieme a mezzanotte in punto e lo cercano nel più totale silenzio. Tre ardimentosi un tempo di provarono e a mezzanotte un lampo illuminò a giorno il castello tra le cui pietre apparve un telaio d’oro sotto il quale una gallina aveva deposto tante uova anch’esse d’oro. Uno degli uomini, impressionato, si lasciò però sfuggire un’esclamazione che infranse il silenzio e fece sparire tutte le ricchezze.
Un tempo la valle del rio Lacque, che quanto rimane del castello ancora sovrasta, era a guardia di una specie di grand canyon dove si transitava quale scorciatoia tra Ancona e Osimo e l’antica Septempeda.
L’accesso alla Roccaccia richiede un breve percorso a piedi, attraverso un sentiero che si snoda per circa 20 minuti tra i boschi, rendendo l’esperienza ancora più intensa e coinvolgente.