Un cuore che arde e trascende la realtà, che intravede quanto è invisibile agli occhi ma che empaticamente può svelarsi.
Cosa permette ciò?
L’amore.
L’amore per chi si ha dinanzi, per la natura, per le situazioni della vita, per sé e gli altri. La capacità di amare e non fermarsi al lato più epidermico e superficiale non è solo dono di privilegiati; ci si può allenare ad abbandonare uno sguardo vanitoso e desiderare che le relazioni siano più profonde e vere, che il rispetto sia fondamentale per muoversi, che l’autenticità e l’originalità siano preservati.
Il Beato Carlo Acutis lo disse: “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie” e oggi risuona come monito per inaugurare un cammino di riscoperta del proprio io più embrionale.
Che ne potrebbe essere dei giovani d’oggi e del mondo se andassimo oltre ciò che appare e cercassimo ciò che è?
Se ci facessimo guidare da un certo misurato modo che non s’avventa ad impadronirsi, a sfruttare ma a custodire?
Un giovane tra poco Santo ci ha tratteggiato la strada, oggi lo veneriamo, ma tanti Santi hanno disegnato questa via unica per ottenere il dominio di sè e l’amore vero, pieno.
Scorgere che tutto non c’appartiene ma solo ci è dato in gestione perchè ce ne prendiamo cura con tanto amore.
Il mondo, il nostro corpo, le persone care, la nostra anima.
Ogni cosa è importante, preziosa e rimanda ad un segreto un pò inarrivabile a comprendersi ma di cui possiamo ogni giorno stupirci e meravigliarci.
Monica Baldini