Macerata, Regimenti su caso Pamela: “Oseghale mente”

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La consulente di parte civile al processo per l’omicidio della 18enne romana riferisce sull’udienza di ieri e sostiene che le perizie escludono overdose e avvalorano la tesi omicidio

MACERATA – “Oseghale mente. Le dichiarazioni rese sulla morte di Pamela sono pretestuose e inattendibili. Ha affermato di non averla uccisa, ma l’udienza di ieri ha escluso la possibilità del decesso per overdose, avvalorando la tesi dell’omicidio per fendenti da arma bianca”. E’ quanto dichiara Luisa Regimenti, docente di medicina legale all’Università di Tor Vergata a Roma e consulente di parte civile al processo per l’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, per il quale è imputato il 30enne nigeriano Innocent Oseghale e che si sta svolgendo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Macerata.

“Dal lungo dibattimento che si è svolto tra i periti delle due parti – prosegue Regimenti – sono emerse, in sostanza, solo certezze, a conferma della bontà delle perizie tecniche effettuate dall’accusa e suffragate da valori numerici precisi. I periti della difesa, invece, hanno espresso solo delle opinioni, prive di elementi scientifici a supporto, fornendo tra l’altro dei dati errati e fuorvianti, come ad esempio il peso della ragazza, sicuramente sottostimato. Nel complesso, un atteggiamento dilatorio attuato nel tentativo di allungare il processo e ritardare il momento della sentenza”.

Comunque, spiega il consulente legale della famiglia Mastropietro, “abbiamo accettato, insieme alla procura, la richiesta avanzata dalla difesa di svolgere nuovi accertamenti istologici sulle ferite all’emitorace destro e riesaminare quelli già presenti all’interno del fascicolo. Il giudice ha rinviato al 24 aprile la decisione se farli o meno. Al riguardo, mi preme tuttavia sottolineare l’incomprensibile comportamento della difesa, che quando furono svolte queste perizie tecniche ebbe la possibilità di inviare un proprio consulente e chiedere magari già a suo tempo delle eventuali integrazioni, ma non fece nulla. E lo fa solo oggi”.

Ad ogni modo, secondo Regimenti “si tratta di perizie sulla vitalità delle lesioni che appaiono del tutto inutili, perché non aggiungono nulla ai risultati che il professor Cingolani ha presentato al termine di esami istologici e istochimici svolti con sistemi tecnici all’avanguardia e altamente specialistici. Le immagini fotografiche che sono state proiettate in aula, inoltre, hanno permesso di capire bene che i colpi inferti al livello del nono e decimo spazio intercostale del corpo di Pamela sono stati dei fendenti, i quali non hanno alcuna attinenza con i tagli che invece sono stati compiuti per sezionare il cadavere, tutti tagli di tipo trasversale, quindi non da infissione ma da sezione” conclude.

Intanto, l’udienza conclusiva del processo è stata fissata per il 29 maggio.