RECANATI – C’era molta attesa per la riapertura progressiva delle attività della fase 2 dell’emergenza coronavirus ma grazie alla sensibilità dei cittadini Recanatesi il borgo sta vivendo con grande ordine le prime giornate di graduale rientro ad un po’ di normalità.
Tra le iniziative della Giunta Recanatese, molto apprezzata dai genitori e da alcuni pediatri, la comunicazione che l’Amministrazione ha appositamente creato per i bambini e le bambine del Comune, studiata per informare anche i più piccoli su ciò che sta succedendo in città, con un messaggio inviato via whats app alle famiglie, postato nei social e stampato in manifesti affissi. Nei parchi pubblici, in cui le aree gioco sono ancora chiuse, come da decreti ministeriali, sono comparse locandine che spiegano, rivolgendosi ai piccoli frequentatori, perché non si possono usare i giochi.
“Abbiamo ritenuto importante studiare una comunicazione dedicata ai bambini, dove loro stessi possono capire la situazione e sentirsi informati – ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi – un modo utile per aiutare genitori e familiari a dare qualche spiegazione ai più piccoli, che uscendo trovano alcune cose cambiate, come persone in giro munite di mascherine e i giochi nei parchi delimitati da nastri che indicano che non si possono usare”.
Tra paure e speranze, tante sono le emozioni e i sentimenti che accompagnano le persone in questa delicata fase, in aiuto le indicazioni dell’ Assessora ai Servizi Sociali del Comune di Recanati, Paola Nicolini docente di psicologia all’Università di Macerata nel suo ruolo professionale di psicologa.
“Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo. C’è chi è preso dal terrore di ammalarsi e di contagiare altri, che vorrebbe restare chiuso in casa fino a che tutto sia superato, c’è chi invece al contrario pensa che tanto non succederà nulla, che ammalarsi capita a quelli disattenti, che se la vanno a cercare. Entrambi questi modi di pensare sono piuttosto insalubri: il primo perché blocca l’azione e fa restare incastrati in una ricerca ossessiva di igiene e di sterilizzazione, con la paura che fa da padrone e immobilizza l’azione, che protrae perciò il periodo di isolamento oltre misura, perché stare chiusi in casa a lungo, evitando l’aria aperta e qualche rapporto sociale, tra quelli permessi, non può che aumentare il malessere psicologico. Il secondo, in cui sono compresi quelli che pensano di essere immuni, perché queste cose sì, sono pericolose, ma riguardano gli altri, sono anch’essi poco aderenti alla realtà, mettendosi perciò a rischio per imprudenza e spavalda convinzione”.
Come è noto, per uscire in sicurezza è necessario adottare le misure giuste, utilizzando la mascherina al chiuso, usando i guanti in modo corretto e smaltendoli correttamente una volta utilizzati. La regola d’oro, su tutte, quella di mantenere la distanza fisica, che mette in sicurezza anche quando si è all’aperto e quando si va a fare visita ai familiari.
“La carica emotiva accumulata in questo periodo è forte, tra notizie allarmanti e bombardamento di informazioni – continua l’Assessora Nicolini . – prendersi il tempo per fare piccole prove di normalità con una passeggiata breve, un saluto da lontano ai familiari che si sono sentiti solo per telefono o videochiamata, una visita ai cari al cimitero, una spesa nei mercati settimanali all’aperto, consentiranno un rientro graduale. La constatazione e l’osservazione dei comportamenti acquisiti dalla maggior parte delle persone, sarà un ulteriore contributo a riconquistare uno stato di serenità: in generale nel nostro territorio abbiamo appreso a stare in file ordinate, cediamo il passo allontanandoci se ci si incrocia sui marciapiedi più stretti, ci si distanzia se si è in locali al chiuso. Abbiamo appreso abbastanza velocemente queste nuove modalità, e che ci siano “entrate in testa” lo dimostra il fatto che proviamo talvolta fastidio nel vedere film o spettacoli, che ovviamente sono stati girati prima della pandemia, in cui si vedono persone abbracciate, accalcate, tutte insieme intorno a un tavolo. È un segnale importante di come i nuovi schemi di comportamento abbiano sostituito le abitudini, anche se da molto radicate”
A supervisionare le corrette riaperture pubbliche il Vice Sindaco, Mirco Scorcelli “Mi complimento con i miei concittadini, non è stato rilevato nessun comportamento scorretto in città, sia nei parchi che nelle entrate dei cimiteri. È un segnale che fa ben sperare”.