Tagnani evidenzia alcuni dei più importanti progetti realizzati negli anni: «Sono rivolti a rivitalizzare Frontone e le aree interne per un reale sviluppo sostenibile e un territorio vissuto, curato e manutenuto. Una delle peculiarità di Frontone è l’allevamento del cavallo del Catria. Per la salvaguardia ci si è attivati per creare l’associazione nazionale allevatori cavallo del Catria. La giunta, inoltre, ha provveduto ad autorizzare l’equiturismo nel territorio. Non meno importanti le tartufaie, valorizzate grazie al progetto proposto dal Comune, dalla Università Agraria a dall’Azienda Speciale Consorziale del Catria, in accordo con Assam, che ci ha portato ad ottenere il riconoscimento di “Paese custode del tartufo”. Importante il progetto relativo alla realizzazione di una tartufaia sperimentale in alta quota, di proprietà dell’Università degli Uomini Originari di Frontone, destinata alla produzione di Tuber aestivum, varietà uncinatum. L’ambito agricolo è stato e sempre sarà il punto forte della comunità. L’anno scorso l’adesione al progetto promosso dalla Cia Agricoltori “Il paese che vogliamo – rivivere l’Appennino” con il quale vengono proposte politiche lungimiranti e pratiche, che danno immediatamente un vantaggio economico e servizi indispensabili per abitare o fare impresa nelle aree montane dell’Appennino. Si è aderito inoltre al “distretto biologico” dell’associazione ANABIO MARCHE, strumento innovativo di organizzazione territoriale, volto a migliorare le prestazioni agro-ambientali in chiave sostenibile. Il territorio comunale è gran parte a coltivazione biologica e libero da diserbanti, modello per la Regione Marche. Frontone ha anche deciso di condividere, approvare la proposta dalla Commissione Europea Patto dei sindaci in forma aggregata al fine di realizzare iniziative per ridurre nella città le emissioni di CO2 del 20%. Tanto si sta facendo anche nel settore turistico. Nel 2019 abbiamo ottenuto il riconoscimento di ‘Comune amico del turismo itinerante’».
Tagnani guarda al futuro: «È in fase di incubazione un progetto per valorizzare la carne da animali che pascolano nelle nostre montagne, per un’offerta della ristorazione locale sempre più di livello. Si sta studiando una filiera corta composta da giovani agricoltori biologici, che hanno riscoperto i grani antichi. Nella vita – conclude il sindaco – contano i fatti e le buone azioni, contrariamente al predicare bene e razzolare male. La montagna così come si presenta oggi è il risultato del grande lavoro di veri uomini ambientalisti, che sotto le faggete hanno versato sudore. A loro dedico il premio».
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