Tra gli artisti in mostra ci saranno Monet, Signac, Courbet, Degas, Sisley, Derain, Picasso, Matisse, Modigliani, Bacon, Warhol.
Il titolo dell’esposizione rende ragione della complessità e dell’interesse dell’operazione, che, grazie all’opera dei curatori Simona Bartolena e Stefano Zuffi, porterà nel capoluogo marchigiano sessantatré opere, che saranno distribuite, all’interno della Pinacoteca, in un percorso integrato con quello della collezione permanente.
Il racconto che si offrirà al visitatore non sarà solo quello di un lungo, composito e importantissimo segmento della storia dell’arte a livello internazionale, attraverso le opere di alcuni dei più importanti artisti di tutti i tempi, ma traccerà anche il profilo culturale, per i più inedito, di una città giovane e dinamica, in cui, accanto alle suggestioni culturali, storiche e naturali più note, esistono una scena artistica e una realtà museale, di cui la Johannesburg Art Gallery è una delle principali espressioni, capaci di dialogare alla pari con i più noti ambienti artistici internazionali.
“Una realtà davvero preziosa e tutta da scoprire quella della Johannesburg Art Gallery – afferma la curatrice Simona Bartolena – una realtà consapevole del proprio passato ma fermamente convinta della necessità di uno sguardo verso il futuro. Un museo importante, vitale, che ha preso vita da una passione, e che con passione e intelligenza prosegue ancora oggi il proprio cammino”.
La mostra riflette, di fatto, proprio il percorso di crescita artistico-culturale della città di Johannesburg e in particolare della Johannesburg Art Gallery (Jag), fondata negli anni 10 del 1900 dalla collezionista Dorothea Sarah Florence Alexandra Ortlepp Phillips, meglio nota come Lady Florence Phillips, con l’intento di trasformare un centro minerario, cresciuto intorno alla ricchezza dei suoi giacimenti, in una città improntata sui modelli delle capitali europee, con un museo che non fosse solo uno spazio nel quale raccogliere opere d’arte ed esporle, ma un luogo per la società civile. L’obiettivo, dichiarato, di lungo termine era quello di preparare la strada per la crescita di una Scuola d’Arte Sudafricana, anche attraverso lo studio dei capolavori che la galleria avrebbe dovuto contenere, anche per incentivare gli artisti locali e per cominciare una grande collezione di Arte Sudafricana.
Per questo la mostra comincia con l’arte inglese dell’Ottocento e termina con una selezione di artisti sudafricani. Non è un caso dunque che si cominci con un omaggio a Lady Phillips, con un ritratto firmato da Antonio Mancini, che la ritrae a 46 anni.
La prima sezione della mostra è dedicata alla scena inglese dell’Ottocento, molto presente nella collezione del museo non solo per il legame strettissimo della società che ha dato vita alla Art Gallery con gli ambienti britannici, ma anche perché alcune donazioni hanno ulteriormente arricchito la collezione con opere vittoriane e preraffaellite.
La seconda sezione, invece, ripercorre la scena francese del XIX secolo, dall’esperienza dei barbizonniers – ben rappresentata da un poetico paesaggio di Corot – al realismo di Courbet – presente in mostra con uno splendido scorcio delle falesie di Étretat –, per arrivare, passando da Monet, Sisley e Degas, fino alle generazioni del postimpressionismo. Una sezione eterogenea, che comprende pochi decenni di pittura ma una sorprendente varietà di linguaggi, suggerendo un percorso molto noto ma sempre interessante, che prende avvio dalle ricerche sul vero dei grandi padri del movimento, prosegue negli anni d’oro dell’impressionismo per arrivare a coloro che, forti delle sperimentazioni formali e delle conquiste della nouvelle peinture, si sono spinti più in là, aprendo le porte al XX secolo. Presenti nella sezione, oltre alle personalità cardine di questa epocale svolta – quali Cézanne e Van Gogh – anche artisti come Signac, Le Sidaner, Vuillard, Bonnard e altri.
La terza sezione è occupata dal più recente nucleo novecentesco del museo, dove sono rappresentati i protagonisti della scena del primo Novecento: da Derain a Picasso, da Modigliani a Matisse. Il percorso prosegue poi nel secondo dopoguerra, con opere di importanti maestri della scena internazionale, tra cui spicca un doloroso ritratto di Francis Bacon.
Un’ulteriore sezione è dedicata alla scena sudafricana, l’arte del mondo di Lady Phillips. Le opere esposte sono firmate da artisti ben rappresentativi di un contesto che da sempre si dibatte tra culture diverse, diviso tra tradizioni locali e influenze europee.
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Pinacoteca con biglietto di ingresso valido sia per l’esposizione sia per la vista di tutte le altre sale (intero 12 euro, ridotto 10 euro, scuole 5 euro).
ORARI:
dal martedì al venerdì 10-13 / 16-19
sabato, domenica e festivi 10-19
Ingresso: VIA PIZZECOLLI 17
Per info e/o prenotazioni 071 2225047 (negli orari di apertura) museicivici.ancona@gmail.com
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