La Mole Vanvitelliana, struttura sanitaria e difensiva, progettata nel 1732 da Luigi Vanvitelli nel porto di Ancona, ha ospitato e custodito i capolavori d’arte antica danneggiati dal sisma del 2016. Da questo intervento è nata l’idea di realizzare un progetto che facesse dialogare queste opere con quelle di alcuni dei protagonisti dell’arte contemporanea. La città di Ancona ha accettato una grande sfida in favore dell’Arte che partendo dal dramma del terremoto può indurre una riflessione sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive.
La mostra è una delle attività previste dal progetto Presente, vincitore del bando Valore Territorio della Fondazione Cariverona. Da un’idea sorta nel 2016 come riflessione e reazione artistica al terremoto che ha devastato il territorio del centro Italia, anche a seguito del rinvio forzato dalla pandemia, la mostra arriva a ragionare, attraverso forme d’arte diverse, sulla stessa esistenza dell’uomo sul pianeta. L’ideatore e curatore di Terra Sacra, Flavio Arensi, la definisce una “restituzione della vita” che coinvolge le opere antiche ferite dal sisma e attualmente custodite e restaurate in un deposito alla Mole Vanvitelliana, le opere del Novecento e quelle contemporanee, alcune delle quali site specific, le persone in carne ed ossa e si rende ambiente di sensibilità e approfondimento, di relazione e di possibilità.
Gli Artisti
120 opere di 35 artisti, portavoce di linguaggi espressivi, spesso molto diversi tra loro: Claudio Abate, Guido Airoldi, Giovanni Albanese, Peppe Avallone, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mirella Bentivoglio, Renato Birolli, Gregorio Botta, Andrea Bruno, Silvia Camporesi, Maurizio Cannavacciuolo, Leonardo Cremonini, Gino de Dominicis, Franco Fanelli, Flavio Favelli, Piero Fogliati, Paolo Icaro, Titina Maselli, Pietro Masturzo, Marco Mazzoni, Zoran Music, Gina Pane, Luca Pancrazzi, Filippo Piantanida, Franco Piavoli, Franco Pinna, Pasquale Palmieri, Roberto Pugliese, Davide Quayola, Salvo, Giorgio Santucci, Giuseppe Spagnulo, Pierantonio Tanzola, Alessandro Tesei, Antonio Marras, Zerocalcare. Questi artisti sono chiamati, anche, a dialogare con le opere antiche selezionate dalla Soprintendenza, e ad agire in alcuni casi nei territori di provenienza di quelle stesse opere.
Ancona è una delle protagoniste di Terra Sacra. La città è coinvolta con:
operazioni site specific negli spazi aperti e chiusi della Mole Vanvitelliana da parte di alcuni degli artisti coinvolti;
workshop e attività destinate al grande pubblico nel corso della mostra tra 2021 e 2022, che includeranno proiezioni, incontri con figure della cultura nazionale e internazionale, seminari e corsi dedicati ai più giovani tenuti da alcuni dei protagonisti della mostra;
approfondimenti a cura della Pinacoteca Comunale sulle opere antiche in deposito presso la Mole Vanvitelliana e sul patrimonio del territorio marchigiano;
call per festival e realtà culturali del territorio per sviluppare i temi di Terra Sacra in maniera personale e locale.
Ancona è, anche, riconosciuta dalla Regione Marche come polo per lo sviluppo del talento giovanile delle Marche. La mostra si inserisce in questa filosofia, collaborando a progetti di politiche giovanili, tra cui Yo – Your Opportunity. Il metodo è duplice:
percorsi destinati alle ragazze e ai ragazzi, coinvolti direttamente al fianco di figure della cultural nazionale;
coinvolgimento nell’organizzazione, nella gestione e nella comunicazione della mostra di under 25 attraverso specifiche call.
Il territorio
Terra Sacra, con la collaborazione di ANCI, organizzerà attività nelle città di provenienza delle opere coinvolte in mostra e nei territori colpiti dal sisma, coinvolgendo le artiste e gli artisti in rapporto e relazione con le comunità e innescando riflessioni sul paesaggio con la collaborazione della Soprintendenza.
La Mole
Gli spazi di Terra Sacra sono le sale Magazzino Tabacchi. Qui, La Mole conferma la sua vocazione ad essere grande centro regionale del contemporaneo, in virtù della sua storia, dell’attitudine della città e soprattutto di spazi assolutamente unici, per dimensioni e tipologia, e particolarmente avvincenti per gli artisti che vi operano. Non a caso, la mostra, come già accaduto con Ecce Homo, prevede interventi destinati a rimanere in città e alla Mole, e alcuni artisti (Antonio Marras è uno) hanno studiato installazioni ad hoc per il sito della mostra. “L’intento di Terra Sacra – ricorda l’assessore Marasca – è anche quello di dimostrare come sia possibile, per Ancona, produrre grandi mostre oltre che ospitarle, con continuità e cadenza persino annuale. Il progetto Presente ci ha permesso di mettere al lavoro una cabina di regia di progetto (Andrea Mangialardo, Sabrina Maggiori, Massimo Pigliapoco, con Eleonora Bigelli) che ha improntato una vera e propria strategia produttiva. Questo ci rende pronti a una ulteriore crescita. Di questo, oltre che i protagonisti, dobbiamo ringraziare la Fondazione Cariverona, che ha creduto nel progetto”.
Il percorso espositivo
Il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino, installato sulle mura della Mole cinque anni fa come elemento di un progetto di arte urbana, segna il primo importante legame fra arte e città. La mostra si apre con una gigantografia del Mediterraneo del fotografo Filippo Piantanida, luogo di transito, scoperta, pellegrinaggio e speranza raccontato dalle grandi saghe antiche e dalle cronache contemporanee. Entrando nello spazio del Magazzino Tabacchi il visitatore incontrerà il bosco digitale di Quayola: le immagini degli alberi saranno accostate a un lacerto di una scultura classica, rivisitata in chiave tecnologica, che richiama il Gruppo del Laocoonte, associando due degli elementi significativi dell’esposizione, la natura e l’uomo, a partire dalla riflessione che il grande paesaggista francese Gilles Clément fa a proposito del Terzo Paesaggio.
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