Gli atti del congresso, che partono dallo studio della grande necropoli di Castel Trosino e dalle testimonianze relative alla presenza di Bizantini e Longobardi nell’area, offrono un innovativo riesame del ruolo dei Longobardi nell’Italia centrale, non solo ad Ascoli e nel Piceno, ma nell’intera Italia adriatica. Contrariamente alla comune opinione che li aveva sinora visti come eversori dell’ordine romano, gli studi più recenti dimostrano che essi si insediarono nel territorio poi ricompreso nello storico ducato altomedievale di Spoleto in stretto rapporto con le autorità dell’Impero romano-bizantino, come nel caso esemplare di Castel Trosino, presidio longobardo posto dall’Impero proprio a difesa della città di Ascoli, che ne assicurò la sopravvivenza proprio in queste difficili fasi di trasformazione dell’area.
Anche se non mancarono episodi di conflitto, anche duro, i nuovi arrivati stabilirono presto costruttive forme di collaborazione non solo con le forze imperiali romano-orientali, ma anche con le classi dirigenti locali di discendenza piceno-romana, avviandosi così la fusione della loro cultura etnica con quella propria del paese in cui si erano insediati e delle genti che vi abitavano.
Attraverso vicende in parte ancora da chiarire, ma che questo volume inizia finalmente ad illuminare in maniera significativa, specie per le Marche, prese forma quel Ducato longobardo di Spoleto, che realizzò l’unificazione istituzionale di un territorio molto articolato dell’Italia centrale, ed ebbe caratteristiche culturali assai originali, che lo distinguono significativamente anche dal Regno longobardo dell’Italia settentrionale caratteristiche che sono ampiamente illustrate nei saggi di questo volume.
A curare anche questo volume due personaggi ormai ben noti del mondo italiano degli studi, già organizzatori nel 2023 del convegno su incarico dell’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli”, in stretta collaborazione con il Comune di Ascoli, ossia lo storico Paolo Delogu, emerito nell’Università di Roma La Sapienza, autore di fondamentali studi sui Longobardi, sull’Italia meridionale medievale, su Roma nella transizione dall’antichità al medioevo, fra gli antesignani antesignani della pratica dell’archeologia medievale in Italia, e l’archeologo Andrea R. Staffa, ben noto in città anche per i suoi legami personali e familiari, già Direttore per le Province di Pescara e Chieti della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo poi Soprintendenza unica di Chieti-Pescara, co-direttore scientifico dei progetti di realizzazione del Parco Archeologico di Castel Trosino (inaug. 2003) e del Museo dell’Alto Medioevo di Ascoli a Forte Malatesta (inaug. 2014), due volte vincitore del Premio Nazionale Musei Riccardo Francovich (2019-2020), nel 2020 proprio con il progetto del Museo di Ascoli, oltre che autore di circa 250 fra monografie ed articoli sulle trasformazioni dell’Italia adriatica fra antichità e medioevo.
Dopo il saluto introduttivo del sindaco Marco Fioravanti e di altre autorità presenteranno il volume il Prof. Stefano Papetti, responsabile scientifico dei Musei civici di Ascoli Piceno e i due curatori del volume.
Il volume diventa ora la preziosa base conoscitiva per il recupero e la riqualificazione del Parco Archeologico di Castel Trosino, i cui lavori sono in corso di appalto, e per l’ampliamento e potenziamento del Museo dell’Alto Medioevo a Forte Malatesta, un impegno congiunto fra Comune e Ministero della Cultura per il perseguimento del quale è in corso di attivazione un apposito tavolo tecnico, formalmente concordato fra maggio e giugno dell’anno scorso fra Comune e Soprintendenza ABAP di Ascoli Piceno – Fermo – Macerata.
Un forte impegno portato a novembre 2023 all’attenzione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e del Direttore Generale per i Musei Prof. Massimo Osanna al fine di ottenere un importante e significativo potenziamento dell’esposizione di reperti da Castel Trosino presso il Museo a Forte Malatesta.
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