Ascoli Piceno

Ascoli, “Rinascimento marchigiano”: fino al 2 febbraio al Forte Malatesta

La mostra itinerante  che espone opere salvate dal sisma del Centro Italia del 2016  dopo Ascoli si sposterà  a Roma dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 e poi a Senigallia dal 23 luglio al 3 novembre 2020

ASCOLI PICENO – La mostra “Rinascimento Marchigiano – Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma” , visitabile fino al  2 febbraio 2020 al  Forte Malatesta di Ascoli Piceno, è una ottima  occasione per  vedere capolavori d’arte antica dal Quattrocento al Settecento e per comprendere cosa vuol dire salvare le opere da una catastrofe naturale.

Inaugurata il 24 novembre 2019 l’esposizione a cura dello storico dell’arte,  Stefano Papetti e del funzionario della Soprintendenza,  Pierluigi Moriconi, è frutto della convenzione siglata da Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017  con il supporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e il contributo della Regione Marche.

Grazie a  un importante lavoro di recupero e restauro  delle opere d’arte danneggiate dal terremoto sono in  mostra 37 opere che “vanno dal ‘400 al ‘700, alcune dall’alto valore devozionale e non storico-artistico ed altre invece dal grande valore storico-artistico”, come ha  spiegato Stefano Papetti. Tra queste crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che ancora oggi si trovavano all’interno delle chiese come oggetti di culto da parte dei fedeli. Non mancano però nomi importanti come Jacobello del Fiore con la serie delle Scene della vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo, Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli musicanti di Sarnano, Cola dell’Amatrice di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora da Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l’esempio di Caravaggio. Tutti autori di indubbia fama che nelle Marche sono nati o che vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a modificare la geografia della Storia dell’Arte.

Gli interventi di restauro sono stati eseguiti da tecnici tutti marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza, che con innovative analisi diagnostiche hanno valutato lo stato di conservazione di ciascuna opera. Questi interventi non soltanto hanno consentito di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di effettuare nuove attribuzioni e di acquisire nuove conoscenze relative alla tecnica pittorica ed ai materiali usati dai pittori, accrescendo le conoscenze che si avevano su questo patrimoni e aprendo la strada a molti studi scientifici. Per dare conto di queste nuove acquisizioni, il catalogo è stato realizzato affiancando alla scheda storico artistica dell’opera la relazione dell’intervento di restauro ed i risultati delle indagini diagnostiche che lo hanno preceduto.

Un  viaggio nella religiosità popolare marchigiana

La mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma rappresenta un viaggio nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico che, partendo dal centro della regione arriva fino alla costa, era stato già definito da Federico Zeri e Pietro Zampetti cultura adriatica.

Proprio per questo la mostra è stata pensata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 approderà a Roma, presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni e infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre 2020, per favorire la conoscenza dell’operazione al grande pubblico, nazionale ed internazionale, che gravita nel periodo estivo lungo la costa adriatica.

L’obiettivo della mostra è anche quello di rendere fruibili le opere restaurate da qui in futuro, come ha spiegato Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche : “Terminate le mostre, le opere che non potranno essere ricollocate nelle loro sedi originali perché crollate o non ancora restaurate, saranno collocate in 8 depositi e lì saranno sempre a disposizione del pubblico”.

Orari di apertura al pubblico:
lunedì – chiuso
martedì e giovedì – 10.00/13.00
mercoledì e venerdì – 15.00/18.00
sabato, domenica, festivi e prefestivi – 10.00/13.00 – 15.00/18.00
25 dicembre chiuso

Biglietti
Intero € 6.00;
Ridotto € 4.00 per gruppi e per chi ha diritto alla riduzione (FAI, COOP, TOURING CLUB)

Per Info, prenotazioni e attività didattiche
http://www.ascolimusei.it
(+39) 0736 298213 ▪ (+39) 333 3276129
info@ascolimusei.it

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Pubblicato da:
Donatella Di Biase

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