URBINO – Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Urbino, supportati dai colleghi del Comando provinciale di Pesaro e Urbino, dai Militari della Compagnia CC di Riccione e dal Nucleo Cinofili di Pesaro, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari (6 custodie cautelari in carcere, 4 custodie cautelari agli arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Urbino, su richiesta della Locale Procura della Repubblica – nei confronti di 11 persone, ritenute appartenenti ad una rete criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti dei tipi cocaina, hashish e marijuana.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Urbino, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, e rappresentano un colpo significativo contro un gruppo di individui (35 sono complessivamente gli indagati), molti dei quali già gravati da precedenti penali legati al traffico di stupefacenti. I destinatari delle misure cautelari sono uomini di età compresa tra i 25 e i 45 anni, di diverse nazionalità, principalmente italiana, marocchina e macedone, tutti residenti nella provincia di Pesaro e Urbino, a parte due residenti nella limitrofa provincia di Rimini.
L’attività di spaccio era ben organizzata e copriva diverse aree della Provincia di Pesaro e Urbino, oltre a estendersi alla provincia di Rimini; centinaia di migliaia di euro il giro d’affari calcolato.
Le indagini hanno permesso di ricostruire oltre 150 episodi di spaccio e individuare delle aree di competenza, riferimento degli indagati per lo spaccio – corrispondenti ai comuni di residenza dei diversi spacciatori.
La prima area individuata comprende i comuni di Urbania, Sant’Angelo in Vado, Piandimeleto, Belforte all’Isauro, Lunano, Sassocorvaro, Macerata Feltria, Piobbico e Acqualagna. In questi comuni sono state riscontrate numerose cessioni di sostanze stupefacenti, con un’attività particolarmente intensa nei confronti di individui già noti alle forze di polizia per violazione della legge sugli stupefacenti.
La seconda area di spaccio interessava i comuni di Pergola, Cagli, Fossombrone, Colli al Metauro, Fano e Pesaro. Le intercettazioni e i controlli sul campo hanno rivelato una distribuzione ben strutturata di sostanze stupefacenti di vario tipo, gestita da individui con ruoli chiave nella rete di spaccio.
Anche nella terza area, comprendente i comuni di Petriano, Vallefoglia, Tavullia, Sassocorvaro e Montecalvo in Foglia, le attività investigative hanno documentato numerosi incontri e cessioni di stupefacenti.
L’operazione ha richiesto l’utilizzo di tecniche investigative avanzate e complesse, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché riprese video (con telecamere installate in luoghi di interesse investigativo – in particolare un casolare abbandonato utilizzato da uno degli arrestati come nascondiglio e area sicura di scambio dello stupefacente) e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, che hanno consentito di raccogliere innumerevoli elementi di prova contro i membri della rete. Queste tecniche hanno permesso di documentare in dettaglio le modalità operative del gruppo, che includevano l’uso di comunicazioni criptate e il ricorso a nascondigli in aree isolate per evitare la possibilità di una eventuale azione di controllo e sequestri da parte delle forze dell’ordine. Numerosissimi anche gli acquirenti identificati.
Grazie a queste attività, è stato possibile monitorare e ricostruire l’intero flusso dello stupefacente, dalle fonti di approvvigionamento fino alla distribuzione al dettaglio.
Nel corso delle lunghe indagini, numerosi sono stati i riscontri – con arresti e sequestri di stupefacente – a suffragare le ipotesi investigative dei militari dell’Arma; quelli più significativi riguardano:
Durante le operazioni, che hanno visto impegnati decine di Carabinieri, è stata sequestrata una cospicua somma di denaro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Tutti i destinatari delle misure cautelari in carcere sono stati condotti presso le case circondariale di Pesaro e Rimini.
Gli indagati dovranno dunque ora difendersi dall’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
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