La stessa spiegava che circa un mese prima era stata contattata sul social network Instagram da una donna che in lingua italiana le riferiva di essere una donna sola e malata e di aver bisogno di parlare con qualcuno.
La denunciante, presa dalla compassione, scambiava vari messaggi con lei fino a quando l’interlocutrice, come forma di ringraziamento per la sua gentilezza e disponibilità per averla aiutata, le avrebbe fatto una donazione come regalo.
La civitanovese subito non dava credito a quanto riferito dalla donna fino a quando qualche giorno dopo dall’ultima telefonata, attraverso whatsapp da un numero straniero veniva contattata da un uomo che dopo essersi presentato come notaio/avvocato le riferiva che vi era una donazione a suo favore.
Il sedicente avvocato le comunicava in particolare che vi era a suo nome una donazione di una grossa somma di denaro, per la precisione di 750.000 euro, a suo favore da parte di una donna che rispondeva al nome della donna con la quale aveva avuto interlocuzioni telefoniche, inviandole una copia della conversazione Instagram avuta tempo prima con quella donna e chiedendole conferma se ciò era vero.
A quel punto, il soggetto carpiva la fiducia della denunciante inviandole tra l’altro un atto apparentemente ufficiale di donazione registrato in Francia e chiedendole di sottoscriverlo.
La civitanovese eseguiva quindi quanto richiestole ed inviava all’uomo i suoi dati con copia dei documenti di identità.
Il soggetto le riferiva che per ricevere la donazione vi era una piccola tassa da pagare chiedendole di effettuare un versamento su di un iban italiano del quale forniva il numero.
La donna effettuava quindi il versamento di Euro 181,00 ma il giorno seguente le veniva chiesto un ulteriore versamento di Euro 336,00 sul medesimo IBAN.
La stessa effettuava anche questo versamento ma quando le veniva chiesto un terzo versamento di Euro 195,00, presa dai dubbi e non avendo più denaro, comunicava che non avrebbe pagato più nulla, ma il soggetto insistendo le chiedeva di farseli addirittura prestare da un qualche amico perché l’iter burocratico finalizzato alla donazione era ormai quasi concluso.
Il soggetto le inviava anche la copia di una email proveniente apparentemente da una banca francese ove vi era scritta la cifra a lei donata ed accreditata sul suo IBAN con tassa di Euro 195,00 da pagare per lo step finale dello sblocco, ma la donna in questa occasione si rifiutava di pagare recandosi presso la sua banca per cercare di bloccare i due versamenti effettuati nei due giorni precedenti. In quella sede realizzava di essere stata vittima di una truffa.
Ricevuta la denuncia, il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche attivava immediate indagini al termine delle quali, veniva individuata una donna ritenuta responsabile della truffa ai danni della 50enne civitanovese ed identificata per una 61enne residente in Veneto, gravata da precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio. La stessa è stata denunciata all’A.G. per il reato di truffa.
Continua l’attività di indagine da parte del Commissariato di P.S. al fine di individuare eventuali complici della donna denunciata.
Analogamente a quanto indicato nel comunicato stampa di ieri 14 maggio, anche oggi, al fine di prevenire analoghi episodi e di alzare la soglia dell’attenzione della cittadinanza sul triste fenomeno delle truffe, specie delle truffe in danno delle persone anziane, è stato descritto minuziosamente il modus operandi della donna resasi responsabile del reato di truffa individuata e denunciata all’A.G. da parte del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche.
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