Corinaldo

Corinaldo, “Nuvole” racconta Gino Bartali: un campione nello sport e nella vita

Sabato prossimo Paolo Mirti, autore del racconto, incontrerà allievi e docenti della scuola media “Guido degli Sforza” per sottolineare la   vicenda di Gino Bartali e del ruolo da lui avuto per la salvezza dei rifugiati ebrei

CORINALDO – Sabato 26 gennaio alle ore 11.30, Paolo Mirti, autore del racconto teatrale “Nuvole- da Firenze ad Assisi con la libertà nascosta nella bicicletta di Gino Bartali”, incontrerà gli allievi e docenti della scuola media di Corinaldo “Guido degli Sforza”.

Lo stesso racconto verrà poi messo in scena il 26 aprile 2019 al Teatro Goldoni corinaldese (ingresso gratuito), racconto interpretato da Stefano Venarucci con commento musicale di Giuseppe Barbaro.

Una mattinata in cui verrà ricordato il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto: in quel giorno del 1945 le truppe dell’ Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Una pièce teatrale in cui l’autore vuole “ricordare quella pagina straordinaria della nostra storia recente” che ha come protagonista il grande ciclista toscano; sembra infatti che Gino Bartali nascondesse nella canna della bicicletta documenti d’identità falsi destinati agli ebrei e ai rifugiati politici arrivati nella nostra terra, salvandoli così dalla deportazione nazista.

“La vicenda di Gino Bartali e del ruolo da lui avuto per la salvezza dei rifugiati ebrei tra l’Umbria e la Toscana è una bellissima e poco nota pagina della recente storia d’Italia- la riflessione dell’autore Mirti- “Nuvole” racconta questa storia consegnando un’immagine inusuale di un campione dello sport: non un personaggio concentrato esclusivamente su sé stesso, ma un uomo che si prende cura degli altri affrontando i rischi con coraggio e senso di responsabilità.”

In particolare l’opera si sofferma sul ruolo avuto da Gino Bartali per la salvezza degli ebrei nascosti ad Assisi. “Il bene si fa ma non si dice”, così Gino Bartali disse al figlio Andrea quando gli raccontò del suo impegno a favore degli ebrei, facendosi promettere che non ne avrebbe mai parlato a nessuno. Negli ultimi tempi dopo anni di pudore e di silenzi, è venuto fuori con chiarezza il ruolo avuto da Gino Bartali in questa storia, come corriere segreto dell’organizzazione clandestina che faceva capo ai Vescovi di Assisi e di Firenze ed alla quale partecipavano persone delle più diverse idee politiche e convinzioni religiose.

“Fare memoria”. Ci sono storie del nostro passato che ci mettono a nudo di fronte al concetto di umanità, spesso sono ricordi negativi, di cui non vorremmo restasse alcuna traccia come nel caso della Shoa, accadimenti che sono insieme memoria e monito- le parole dell’assessore alla Cultura, Giorgia Fabri-

La storia è viva se ci parla ogni giorno e all’oggi dobbiamo affidare un compito preciso “Non dimenticare per non ripetere”.

Per farlo è necessario partire da chi si è opposto a ogni genere di discriminazione. Eroi quotidiani, spesso nascosti nel loro silenzio. Ecco perché la storia di Bartali, oltre ad essere una storia intrisa di successi sportivi è prima di tutto una storia di umanità; essa deve parlare a noi tutti e va raccontata ai ragazzi perché i valori devono essere insegnati, condivisi e replicati.”

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Redazione

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