Il viaggio
Da tanto meditavo di tornare oh terra brulla di grande religiosità ed ora sono in viaggio verso Te. Accanto a me c’è mia mamma. (…) Sbarchiamo. L’aria frizza appena sorto il sole senza nubi né foschia, è una giornata limpida di fine Settembre degna di incanto che d’impatto spalanca i cuori. Ci accingiamo ad attendere l’arrivo del pullman che sta richiedendo più del previsto così un buon caffè sovviene quasi d’obbligo in terra straniera. Sorseggiamo e ci scambiamo consigli e commenti. Si formano piccoli capannelli, qualcuno che ne approfitta per affacciarsi alla volta di una compagnia agognata e da cui non si distaccherà per il resto dei giorni a venire, qualcuno che viene a chiedere come è andata la traversata e accenna a qualche riflessione sul perché tu sia lì. Medjugorje è risaputo non è un posto turistico, è meta di ricerca interiore, di un cammino di fede, luogo di ringraziamento e fonte di chiarimento. Medjugorje sana e rasserena come una grande mamma presso cui vai a rincuorarti e a scaldarti dal freddo del mondo che ti esclude, ti unisce ai tanti che sono in difficoltà e ti sostiene con le preghiere e le grazie profuse. In quell’angolo della Bosnia Erzegovina qualcosa di magico o del tutto non comprensibile avviene sempre, se non a te a chi ti sta intorno e se ne fa testimone. Saliamo. Questa volta il nostro gruppo si è unito a persone di Benevento, Caserta, Napoli e l’allegria non ci manca di certo. Il loro dialetto è già da sé folcloristico, le espressioni colorate e sonore, la gestualità vigorosa, i costumi vivaci. Sono il tamburo che fa chiasso. Scambiamo salatini e patatine dai sedili e tra un ricordo e un raccontarci, eccoci. Le due pensioni in cui alloggeremo sono davanti a noi, scarichiamo i bagagli e tra neanche mezz’ora ci ritroveremo per il pranzo. Il pasto è semplice ma ricco, pasta con un sugo al pomodoro che sa di buono e salutare e poi carne cotta al forno con contorno di insalata, crauti freschi, pomodori dell’orto e patate. Infine una fetta di dolce a tre creme diverse. Nel pomeriggio saliremo il Podbrdo e ci servirà aver tante energie da consumare, sarà la prima tappa e già da subito questo ci trasformerà in umili peccatori pentiti e richiedenti. Lo so e non vedo l’ora di ritrovarmi ai piedi di quel colle. (…continua)
pagg. 89-90-91 del libro “Dell’Emozionismo” di Monica Baldini
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