FANO – L’estate sta arrivando pedante, piano gioca a far capolino.
Porta soli nuovi, porta con sé nostalgie di primavere passate. Quanto può apparire strano eppure ogni giorno ha il suo mistero, ogni stagione e persona cede alle ore uno scrigno da far sbocciare da sciogliere e lasciare così anche la primavera.
La primavera scema semina e così l’estate subentra.
E il passato lo si consegna alla Misericordia più grande, al rotolo che trascorre si scrive e si compirà.
Del presente invece che dire, come interrogarlo e farlo parlare.
Sarà bello viverlo e accompagnarlo per farlo diventare grande. Come il seme che si pianta, il cielo che tramonta dalle albe luminose, le parole e gli sguardi che abbracciano, i cambiamenti che consolano, la gioia e la pace in cuore da serbare stretta con scudi e difese.
Ci affianchiamo al solstizio d’estate così prossimo, raccogliendo e senza interruzione compiendo, mai troppo da sé ma sempre intermediari.
Dimenticavo le bici, i motorini, le vacanze e le creme solari, le barche che tagliano di righe nette bianche il mare. Le ginestre del San Bartolo, le passeggiate rigeneranti, le amicizie sincere e preziose come l’oro, il platino dei sentimenti. Tutto nel ventaglio della vita che accarezza la brezza leggera sul volto.