La deputata marchigiana rende noto che è stato respinto l’ordine del giorno presentato dalla Lega e che non si è sanata una situazione paradossale
ASCOLI PICENO – La Lega si è fatta portavoce dei 24 sindaci della provincia di Ascoli Piceno e aveva presentato un ordine del giorno per anticipare la mobilità tra Comuni confinanti in Regioni limitrofe per le attività nei piccoli comuni di confine, che stanno subendo un grave danno economico e sociale .In sostanza si chiedeva di superare il paradosso per cui cittadini della provincia di Ascoli Piceno possono percorrere 200 chilometri per raggiungere il Nord delle Marche, ma non possono spostarsi di 10 o 20 chilometri per raggiungere i familiari nei comuni limitrofi dell’Abruzzo.
Il Governo ha bocciato la proposta di deroga al divieto di spostamenti tra regioni fino a giugno e la deputata marchigiana della Lega Giorgia Latini interviene con la seguente nota :
“Il Governo si è dimostrato insensibile e sordo alla richiesta di 24 sindaci della provincia di Ascoli Piceno, che chiedevano di sanare il paradosso rappresentato dal divieto di spostarsi nei Comuni limitrofi del confinante Abruzzo. La proposta del governo a valutare l’opportunità di prendersi l’impegno espresso nel nostro ordine del giorno era inaccettabile, perché avrebbe significato dare altro tempo al governo per non prendere, di fatto, una decisione, in una situazione di urgenza. Con il respingimento dell’ordine del giorno presentato dalla Lega per anticipare la mobilità tra Comuni confinanti in Regioni limitrofe, il governo ha di fatto bocciato la nostra proposta di deroga al divieto di spostamenti tra regioni fino a giugno. Il governo ha perso ancora una volta l’occasione di dimostrare buonsenso e sanare una situazione paradossale per cui, oggi, i cittadini della provincia di Ascoli Piceno possono percorrere 200 chilometri per raggiungere il Nord delle Marche, ma non possono spostarsi di 10 o 20 chilometri per raggiungere i familiari nei comuni limitrofi dell’Abruzzo, con tutto quello che consegue a livello di ripercussioni economiche sulle piccole attività che vivono sulla mobilità quotidiana tra abitanti di piccoli Comuni”.