A Montegiorgio invece i Carabinieri della locale Stazione
denunciano, sempre per furto aggravato, un 38enne
FERMO – Ieri sera, a Fermo, i militari della locale Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Fermo unitamente ai colleghi della Stazione di Fermo hanno identificato e denunciato per furto in abitazione, in concorso e simulazione di reato un pregiudicato classe 1983 di Giulianova (TE). I Carabinieri infatti hanno indagato attentamente a seguito di alcuni furti e tentati furti avvenuti alla fine del mese di novembre all’interno delle canoniche rispettivamente della Chiesa di San Giovanni Battista di Grottazzolina e di quella di San Giovanni Bosco di Fermo dove vennero asportati contanti provenienti dalle offerte dei fedeli per un totale di circa 500 euro. Dagli accertamenti eseguiti anche attraverso la raccolta di testimonianze e mediante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti nei comuni di Fermo e Grottazzolina i Carabinieri sono stati in grado di riconoscere l’autore il quale a bordo di un’auto intestata alla madre aveva poi guadagnato la fuga dopo i colpi. Ulteriori indagini hanno poi consentito di denunciare l’uomo anche per simulazione di reato, lo stesso infatti dopo aver effettuato i colpi – al fine di eludere controlli incrociati e responsabilità a suo carico, denunciava il furto dell’autovettura utilizzata presso i Carabinieri di Giulianova, mentre dalle indagini è risultato che nell’arco temporale indicato nella denuncia il veicolo era in realtà in suo possesso. L’attenzione dell’Arma nel contrastare i reati predatori resta alta ed ogni caso è trattato con il massimo impegno al fine di assicurare i responsabili alla giustizia.
Una seconda denuncia per furto aggravato è stata operata infatti a Montegiorgio, dai Carabinieri della locale Stazione. Dopo spedite indagini avviate a seguito della denuncia presentata da un operaio di Recanati, i militari identificavano e denunciavano un uomo classe 1985 proveniente dall’hinterland Napoletano. Gli accertamenti svolti infatti, supportati dall’analisi dei filmati estrapolati da un sistema di videosorveglianza pubblico, permettevano di dimostrare che il predetto qualche giorno fa si era impossessato del borsello del denunciante – contenente una carta bancomat e anche la somma contante di 350,00 euro, lasciato da quest’ultimo temporaneamente incustodito all’interno del mezzo della ditta per cui lavorava.