L’operazione trae origine da meticolose indagini patrimoniali, eseguite dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, nei confronti di F.R., ormai da anni stabilmente radicato nel teramano, dedito da circa 30 anni alla commissione di gravi reati quali usura, estorsione, gioco d’azzardo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, prostituzione, nonché indiziato di trasferimento fraudolento di valori, e conferma il sequestro preventivo patrimoniale di diciannove unità immobiliari, 8 appezzamenti di terreno nonché le quote societarie di 14 società ubicate nelle province di Teramo, L’Aquila, Rimini, Roma, Ascoli Piceno e Macerata, disposto dal Tribunale di Teramo nel mese di giugno 2017 nell’ambito dell’operazione denominata “Riviera”.
Le indagini avevano preso spunto dalle importanti attività commerciali e iniziative imprenditoriali che nell’ultimo ventennio avevano consentito al soggetto di acquisire direttamente o per interposta persona (familiari, anche se non più conviventi, e compiacenti “prestanome”), il controllo e la gestione di un reticolo societario, dispiegato attraverso l’Abruzzo, le Marche, il Lazio e l’Emilia-Romagna, mediante il quale F.R. operava nel settore dell’intrattenimento, con la gestione di locali notturni e in quello immobiliare ed edile.
La meticolosa ricostruzione della posizione reddituale e patrimoniale del soggetto indiziato, del proprio nucleo familiare e delle società ad essi riconducibili, ha evidenziato una chiara sproporzione tra quanto fiscalmente dichiarato e l’elevato tenore di vita degli stessi, manifestato anche dall’ingente patrimonio, direttamente o indirettamente, detenuto ed ora sottoposto a confisca dal Tribunale di L’Aquila, a conclusione di un procedimento di prevenzione instaurato e coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila.
Il provvedimento ablativo eseguito, il più rilevante nel territorio abruzzese per il valore complessivo dei beni sottoposti a confisca, costituisce l’epilogo di una complessa vicenda giudiziaria che dimostra, ancora una volta, la concreta azione della Guardia di Finanza nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti che per la condotta ed il tenore di vita vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
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