Fano

Giovanni Gnocchi con l’Orchestra Sinfonica Rossini al Teatro della Fortuna

FANO – Mercoledì 29 gennaio, ore 21.00, torna al Teatro della Fortuna di Fano l’Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta per l’occasione dal suo direttore artistico, Daniele Agiman, con Romantic Cello. Il programma propone il Concerto per violoncello e orchestra in La minore, op. 129, di Schumann, l’ouverture del Coriolano di Beethoven e la Sinfonia n. 1 di Mendelssohn, con la straordinaria presenza di Giovanni Gnocchi come violoncello solista. L’artista sarà nuovamente nella città della Fortuna dopo il bellissimo concerto dello scorso anno per incantare gli spettatori con la sua musica. Italiano di nascita ma cittadino del mondo per professione, Gnocchi vive tra Salisburgo dove ha la cattedra di violoncello nella celebre Universität Mozarteum e i più importanti teatri del panorama internazionale. Il grandissimo Yo-Yo Ma con il quale ha debuttato come solista disse di lui: “giovane meravigliosamente pieno di talento, darà un grande contributo alla musica ovunque egli vada”.

Il Concerto per violoncello di Schumann è uno dei capolavori assoluti della grande musica. Il colore caldo e malinconico del violoncello solista e l’assenza di virtuosismi danno al brano un’atmosfera nostalgico-meditativa, lontana da quelle che erano, per sua stessa ammissione, le intenzioni del compositore che in una lettera all’editore Breitkopf & Hàrtel, lo definiva «un pezzo sereno». Il risultato finale, però, è altro. Il concerto si snoda nei canonici tre movimenti: il primo, “Nicht zu schnell” (Non troppo allegro), introdotto dalle armonie dei legni e dal “pizzicato” degli archi, con il violoncello che entra dopo quattro battute a esporre il primo appassionato tema. Non essendoci poi, proprio per scelta dello stesso autore di farne un concerto interamente lirico, la tradizionale cadenza di chiusura, si passa senza soluzione di continuità al secondo movimento, “Langsam” (Adagio), dove si rende ancora più protagonista la voce del violoncello in una delle creazioni più struggenti del compositore tedesco, arrivando così all’ultimo movimento, “Sehr lebhaft” (Molto vivace), dove dominano energia e vitalità. La moglie dell’autore Clara Wieck, una delle più talentuose pianiste dell’epoca, che nella prima esecuzione privata aveva accompagnato la violoncellista Christina Reimers, scrive: «Il romanticismo, la vivacità, la freschezza, lo humor, la pregnanza del rapporto tra solista e orchestra, rendono questo concerto assolutamente incantevole. E quale bellezza del suono, quale intenso sentimento si ritrova in ogni melodia!». Eseguito dai più celebri solisti del Novecento è un brano obbligato nel repertorio dei violoncellisti. A Fano si avrà la possibilità di ascoltare l’interpretazione che ne darà uno dei più grandi talenti contemporanei nel panorama internazionale, Giovanni Gnocchi.

In programma anche l’Ouverture del Coriolano di Beethoven e la Sinfonia n. 1 di Mendelssohn.

L’Ouverture del Coriolano fu scritta da Beethoven come intermezzo alla tragedia di Heinrich Joseph von Collin (1771 – 1811), poeta drammatico austriaco stimato anche da Goethe. L’Ouverture, concepita come brano musicale a sé stante e non come componimento di inizio dello spettacolo teatrale, non fu eseguita per la prima rappresentazione del dramma ma certamente più tardi dopo essere stata presentata in un’edizione privata, in casa del principe Lobkowitz. Il dramma del Coriolano è ispirato alla leggenda dell’eroe Gaio Marcio, soprannominato Coriolano per aver espugnato l’antichissima città dei Volsci. Nella versione di Collin, Coriolano si suicida per l’insanabile contrasto di coscienza tra la parola data ai Volsci di collaborare e combattere contro i romani e l’incapacità di marciare contro Roma, la sua patria. Dell’intera tragedia Beethoven punta tutto certamente sul momento più decisivo in cui Coriolano, sua madre e sua moglie sono nel campo avanti alle porte della città. La struttura e i temi dell’ouverture seguono l’idea dell’opera. Il tema principale in do minore rappresenta l’impeto bellicoso di Coriolano pronto ad invadere Roma, mentre il più delicato tema in Mi bemolle maggiore rappresenta le suppliche della madre di desistere dal suo intento.

Si chiude con la Sinfonia n. 1 di Mendelssohn. Scritta poco dopo il suo quindicesimo compleanno, questa sinfonia non rappresenta il debutto sinfonico di Mendelssohn, bensì il suo tredicesimo tentativo. Tra i dodici e i quattordici anni, Mendelssohn aveva infatti scritto 12 Sinfonie per orchestra d’archi, destinate ai concerti che si tenevano ogni domenica nella casa paterna. Nella composizione, all’interno di una forma ancora ispirata al classicismo strumentale viennese, Haydn e Mozart i suoi riferimenti, si individuano però già diversi tratti personali: la vitalità ritmica, un trattamento dell’orchestra dai toni fiabeschi e romantici, correlazioni tra motivi e ritmi volti a creare un legame ciclico. Di fronte a opere giovanili si è inclini a considerare soprattutto gli influssi dei modelli ma nella Sinfonia in do minore Mendelssohn non imita i suoi “maestri” bensì fa propri i loro insegnamenti conciliandoli con la freschezza e lo slancio tipici della gioventù.

Mercoledì 29 gennaio 2020
ROMANTIC CELLO
Teatro della Fortuna, Fano – ore 21.00
Giovanni Gnocchi, solista
Daniele Agiman, direttore
Orchestra Sinfonica G. Rossini

PROGRAMMA

  • L. van Beethoven, Coriolano ouverture in do minore, op. 62
  • R. Schumann, Concerto per violoncello e orchestra in la minore, op. 129
  • F. Mendelssohn, Sinfonia n. 1 in do minore, op. 11
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Redazione

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