Dopo 8 anni dalle scosse sismiche si riaccendono le luci della Casa di Riposo di Pieve Torina con servizi all’avanguardia
PIEVE TORINA – “Giovedì 10 ottobre 2024 segna una data importante per Pieve Torina, perché i nostri anziani torneranno a casa. Sono passati otto anni dalle scosse sismiche dell’ottobre 2016 e, finalmente, possiamo riaccendere le luci della nostra casa di riposo. Luci che hanno un valore fortemente simbolico, perché indicano la restituzione alla comunità pievetorinese di una struttura cui teniamo moltissimo”.
È il sindaco, Alessandro Gentilucci, ad annunciare l’inaugurazione della casa di riposo Sant’Agostino. “È stato un lavoro lungo, che ha impegnato risorse professionali, economiche e tanta volontà e determinazione: quella di rivedere i nostri cari più fragili entro mura solide e con servizi adeguati nel minor tempo possibile. Io c’ero quella notte del 30 ottobre 2016, quando in mezzo alla polvere e alla pioggia, abbiamo tirato fuori dalle macerie, per fortuna tutti vivi, gli ospiti della casa di riposo. Mi ricordo i loro sguardi persi, la disperazione di non sapere cosa fare e dove andare.
Abbiamo cercato subito sistemazioni in strutture che, però, sapevamo temporanee. Oggi” prosegue Gentilucci “possiamo restituire gli spazi del complesso Sant’Agostino e garantire che i nostri anziani potranno essere accolti nel miglior modo possibile, con servizi all’avanguardia. Voglio per questo ringraziare il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che ha consentito la delocalizzazione temporanea della casa di riposo nel nostro comune. Ricordo anche le tante richieste non esaudite e la delocalizzazione in quel di Matelica”.
A festeggiare il ritorno degli anziani saranno gli alunni della scuola primaria “De Amicis”, in un abbraccio ideale tra generazioni. “Credo sia fondamentale che una comunità viva di scambio di vissuti, di esperienze, di competenze, e questo incontro tra coloro che si affacciano alla vita e coloro che la vita l’hanno vissuta e possono raccontarla, è un altro passo avanti per costruire un tessuto sociale vivo e responsabile. È anche da questo” conclude Gentilucci “che si misura il grado di civiltà di una comunità”.