FONTE AVELLANA – L’Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi) e il Monastero di Fonte Avellana organizzano il VI convegno interdisciplinare: “I fiori del male: conflitto, destino, necessità” 28 – 30 aprile 2018 presso il Monastero di Fonte Avellana (Pu), curatore Matteo De Simone psicoanalista ordinario e resp.attività culturali Associazione Italiana di Psicoanalisi (AIPsi), direzione organizzativa Gianni Giacomelli priore di Fonte Avellana con la collaborazione di Anouck Vecchietti Massacci-Università di Urbino e Diana Mazon segretaria.
Le giornate di Fonte Avellana, da sempre centro propulsore di cultura e promotore di iniziative e di incontri, si propongono di mettere a confronto studiosi di diversa estrazione, nel rispetto delle differenze tra le discipline, nella convinzione che solo l’incrociarsi delle idee può essere fecondo, ancor più in un’epoca così confusa ed esteticamente superficiale come la nostra.
Tra i partecipanti Franco Rella filosofo, gli scrittori Alessandro Zaccuri, Dario Voltolini, Elisa Ruotolo, Tojla Djokicic attrice Claudia Villa filologa università di Bergamo/Normale di Pisa, Roberto Antonelli ordinario di Filologia Romanza-Sapienza/Roma, Maria Serena Sapegno- Sapienza/Roma, Gianni Giacomelli monaco priore di Fonte Avellana, Annalisa Ferretti Psicoanalista didatta AIPSi, Ignazio Cannas e Marco Marchetti psicoanalisti AIPsi, Raffaele Longo monaco buddista, Ubaldo Cortoni monaco di Camaldoli teologo, Sara De Simone- Normale di Pisa, Sara Marini architetto IUAV Venezia, Monica Centanni grecista IUAV Venezia, Maura Sonia Barillari università di Genova. Massimiliano Marianelli filosofo e Claudia Mazzeschi Università di Perugia.
Ci sarà anche uno spazio artistico con performance e concerti con Tiziana Cera Rosco, Monalisa Tina, Francesca Tilio Luna Cenere, Alessandra Cristiani performer. Giovanna Cristina Vivinetto poeta. Sabato sera, alle 21.30. nella Basilica concerto del duo Ecò, domenica h.21.30 concerto “Ars Nova Napoli “ Mephisto Tarantella”.
La coppia Bene/ male è stato uno di motori dello sviluppo della cultura e del pensiero in ogni società, creando anche una definizione delle cose. Ma l’esistenza del male e l’incontro con esso è perturbante, perché allude all’esistenza di un’area profonda nell’uomo che è carica di aggressività, distruttività ma sembra essere quasi necessaria.
Sigmund Freud scrisse che “l’uomo estroflette all’esterno il male per non essere ucciso da esso, ed arriva ad uccidere, potremmo dire, per non uccidersi; per il desiderio in ultima analisi di non morire”.
Il male assoluto è quando si disconosce l’identità basica, l’umanità, dell’altro, come se fosse solo una cosa tra cose, come nel male assoluto dell’Olocausto. Perfino nell’accanimento violento contro una vittima c’è una forma di riconoscimento e identificazione con l’altro, il male è invece la nullificazione dell’altro e non ha un pensiero.
“La ragione di essere del male,- dice Andree Green- è quella di proclamare che qualsiasi cosa esiste non ha alcun senso, non obbedisce ad alcun ordine, non ha scopo, non dipende che dalla forza che può esercitare per imporre la propria volontà agli oggetti dei propri appetiti”.
La psicoanalisi si è occupata di quest’area perturbante cercando di risalire alle spinte pulsionali interne che sembrano essere abitate solo dalla distruttività e perfino da un’istanza maligna, che tendono ad allontanarsi da qualsiasi pensiero cosciente o possibile elaborazione, vivono nei luoghi interni a volte manifestandosi con forza a volte rimanendo silenti.