FANO – Scrisse Antonio Tabucchi, che la letteratura “è uno spazio di libertà, uno spazio per questo odiato da tutti i regimi, una forma di conoscenza della realtà e per questo potrebbe essere anche discronica, illogica e palindroma perché ci permette di conoscere meglio il tutto collegando fatti e avvenimenti, frammenti separati”. Così è in effetti, raramente ci capita di conoscere il “tutto che ci è vietato, ma del tutto possiamo conoscere parti sufficienti a farci capire di più se riusciamo a collegarle fra loro”.
Se vediamo un’ape non capiamo il suo valore a meno che non la inseriamo nel processo più grande di cui fa parte: il processo di impollinazione. Le api contribuiscono in modo decisivo alla fecondazione del pianeta, entrano cioè nel ciclo produttivo delle piante, trasportando il polline dalla parte maschile a quella femminile. Einstein diceva: “Se l’ape scomparirà dalla Terra, allora gli uomini rimarranno solo pochi anni in vita”.
Così per ogni piccolo dettaglio, lo sforzo è sentirsi parte di un ciclo, di una umanità feconda che è tale in base al nutrimento che le diamo, a come la preserviamo, a come la gestiamo, e per noi di come ci nutriamo, di quali valori seguiamo.
La letteratura del nostro libro anch’essa si sostiene di un profondo spazio di libertà che attecchisce al nostro non essere supini schiavi messi sulla terra senza senso ma pieni di una identità, di una impronta da lasciare, di un collante con l’universo tutto immenso infinito.
Monica Baldini