Qualche giorno fa ho scritto una poesia dal titolo “Incrostazioni & Libertà” e di risposta mi è stato dato un consiglio.
“Grazie della poesia eluardiana! Legga Liberté del grande Paul Eluard”
L’ho fatto e vorrei condividerli questi versi. Dei versi che sembrano non lasciarti come il vento che passa e risenti. Dei versi come una brezza leggera che t’accarezza e ti scuote ponendoti in ascolto, in direzione di afferrare quella cosa che sembra allontanarsi sempre più ma che è così fondamentale da dedicargli ogni attimo, gesto, sussulto.
LIBERTÀ – PAUL ÉLUARD
Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome
Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome
Su tutti i miei lembi d’azzurro
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome
Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome
Su ogni alito di aurora
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome
Su la schiuma delle nuvole
Su i sudori d’uragano
Su la pioggia spessa e smorta
Scrivo il tuo nome
Su le forme scintillanti
Le campane dei colori
Su la verità fisica
Scrivo il tuo nome
Su i sentieri risvegliati
Su le strade dispiegate
Su le piazze che dilagano
Scrivo il tuo nome
Sopra il lume che s’accende
Sopra il lume che si spegne
Su le mie case raccolte
Scrivo il tuo nome
Sopra il frutto schiuso in due
Dello specchio e della stanza
Sul mio letto guscio vuoto
Scrivo il tuo nome
Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome
Sul decollo della soglia
Su gli oggetti familiari
Su la santa onda del fuoco
Scrivo il tuo nome
Su ogni carne consentita
Su la fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Scrivo il tuo nome
Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome
Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome
Su l’assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d’una Parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
(traduzione di Franco Fortini)
A volte credo che i mutamenti esterni si infilino in noi in modi più o meno evidenti con situazioni di collasso chiare o con influenze che implicite ci condizionano. Modus operandi, schemi imposti dalla società, valori e priorità, canoni, gabbie varie, social network, slogan. Assorbiamo come i fiori, l’acqua che arriva ma non sempre questi nutrimenti sono benevoli e così, ci risolviamo in dinamiche che sono divenute nostre anche se ci impolverano ed incrostano. Ora tanto più che il mondo sta vivendo un clima di forte allarme e preoccupazione e con esso sta evolvendo, mi piace sperarlo, in tempi velocissimi.
Questo virus cambierà le nostre vite inevitabilmente ma il nostro essere liberi non deve cambiare. Quella libertà che assomiglia a dire amore, amore per la vita, che profuma di pace, di letizia, di gaudio e respiro per l’anima, quello non può appassire.
Con coraggio e resilienza, con tanta speranza e fede dobbiamo prometterci di restare sempre affezionati e paladini della libertà. Ora come ieri ai tempi di Eluard. Era il 1942, il poeta era entrato a far parte della Resistenza.
Monica Baldini
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