FANO – C’è un senso di sospensione per l’aere, che capisci e vuoi abbracciare perché senti salvifico. I media e i social proclamano ad una sola voce: STATE A CASA. Non credo sia una misura eccessiva, non per un sistema sanitario che rischia il collasso e per malati che potrebbero rischiare di non essere curati e così si sta davvero sospesi. Con un filo di fiato, barricati e sospettosi. Lontani gli uni agli altri un metro con il solo ed unico imperativo di essere responsabili per sé stessi e per i cari, la comunità, l’Italia.
Ci sono dei grandi limiti alla normale quotidianità con l’approvazione del dpcm del 8 marzo 2020 per chi si trova in zona rossa come me e cioè esercizi commerciali chiusi dopo le 18, spostamenti solo per motivi necessari di salute o lavoro, penali, multe e controllo sulle strade per chi non si attiene e le città che di conseguenza divengono atterrite, svuotate, assurdamente fioche da un giorno all’altro.
Tutto necessario, urgente e non procrastinabile, un impegno in capo a ciascuno per il bene proprio e collettivo. Un’aria lenta che annienta la fretta, nessun rumore e come un ritorno ad un passato non vissuto e solo immaginato che si presenta nuovo alla finestra. La realtà è pari ad un rallentamento forzato, quasi ci fosse una neve altissima o un diluvio o una pestilenza che bloccano e arrestano, i passi che debbono essere contati e solo per questioni importanti come ogni gesto della giornata, i pensieri che debbono essere rivolti al bene per reagire ad qualsiasi abbattimento morale, la speranza che deve restare accesa e forte come la fiducia di presto risollevarci. Una sospensione proprio così, come una minaccia incombesse ogni attimo e nulla possa proteggerci se non il restare fermi a casa.
Chiaro però che ogni prova della vita, non questa esclusa, porta con sé un messaggio tra le sue pieghe così come ogni ostacolo superato ci rende più consapevoli delle nostre capacità e ci dota di maggior benevolenza nei nostri confronti. E così magari questo starcene isolati, nascosti gli uni altri perché ognuno non uno di meno è davvero importante per l’altro, potrebbe recarci addosso un sentimento positivo di umiltà, di gentilezza e carità, potrebbe portarci a riflettere sulla nostra vita, su noi stessi, sui veri valori, sul nostro paese e riaccendere il sogno di un futuro migliore perché pare ovvio che nonostante i nostri progetti, il corso della vita muti a nostra insaputa e senza preavviso scombinando ogni dettaglio ben incastonato.
Dunque, nonostante le avversità, il sogno resti sempre grande e si scorga sempre quel bene che vuole essere trovato. Quindi ora #iorestoacasa, primo passo ineluttabile verso una società che si tutela e si unisce.