A Verona la Regione festeggia il 50° anniversario della Doc Bianchello del Metauro, con una serie di iniziative subito avviate, tra assaggi (firmati dallo chef stellato Errico Recanati del ristornate Andreina), degustazioni e incontri tematici. La Doc è nata il 2 aprile di 50 anni fa, prima denominazione di origine della provincia di Pesaro e Urbino, e la quinta nelle Marche, dopo Rosso Conero, Rosso Piceno, Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica. La produzione media è di 13 mila ettolitri all’anno, di cui 10 mila certificati, corrispondenti a 1 milione e 200 bottiglie prodotte. Nomisma (società di consulenza) ha presentato un’indagine sul mercato e sulla promozione vitivinicola marchigiana.
La vicepresidente della Regione, assessore all’Agricoltura, ha partecipato ai vari incontri che si sono svolti nello stand regionale. Ha evidenziato come le Marche confermino la propria connotazione economica di regione vitivinicola, con un trend di crescita dell’export, tra il 2011 e il 2018, del 23,9%. Secondo i dati Istat, le esportazioni sono passate da un valore di 46 a 57 milioni di euro, con una variazione del 9,5% – tra il 2018 sul 2017 – che triplica la media nazionale. Le Marche del vino esprimono, oggi, un fatturato di quasi 150 milioni di euro. Contano oltre 14.200 aziende, con una superficie media di 1,23 ettari e oltre 17 mila ettari complessivi di vigneto a livello regionale, dei quali quasi la metà nelle province di Ascoli Piceno e Fermo.
La produzione 2018 ha registrato quasi 52 milioni di bottiglie di etichette a denominazione d’origine. Le Marche ne dispongono di 20: 5 Docg (controllate e garantite) e 15 Doc (controllate), insieme a una Igt (indicazione geografica tipica). Tutte evocano i territori di provenienza, puntando sui vitigni autoctoni. Le Marche vantano il Verdicchio dei Castelli di Jesi (112 mila ettolitri, equivalenti a 15 milioni di bottiglie) tra le prime 20 Doc nazionali. I vini marchigiani continuano a segnalare performance particolarmente positive in Usa, Canada, Cina, Giappone e Russia. Nell’area Ue, il Nord Europa: Germania, Belgio, Olanda, Svezia e Inghilterra. In quella extra Ue: Svizzera e Norvegia. Sono in crescita nel Centro-Sud America e Asia Orientale. L’evoluzione del settore può contare sulle risorse europee e nazionali: quelle del Programma di sviluppo rurale (Psr) hanno destinato alla promozione nel mercato comunitario 6,7 milioni tra il 2016 e il 2019, oltre ai fondi dedicati al miglioramento della competitività aziendale e all’adesione ai regimi di qualità. Il Programma nazionale di sostegno assegna, invece, mediamente, altri 7,4 milioni per ammodernare il comparto.
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