ANCONA – “L’amore ingiusto” (Itaca Editore), opera prima in poesia dello scrittore anconetano Nicola Campagnoli e con prefazione di Davide Tartaglia, svetta per la sua vocazione prettamente lirica, per la riproposizione autentica di un canto innamorato della realtà e del suo significato, dove il significato di tutto è un TU, una presenza buona implicata con le storture e le contraddizioni della vita.
L’originalità dell’opera di Campagnoli risiede nel fatto che la sua poesia sgorga da una presenza e non da una mancanza. Il libro nasce come tentativo di nominazione di una presenza smisurata, rivoluzionaria, insieme dolorosa e salvifica, che introduce una nuova lettura della mancanza e del limite, che da baratro diventa nostalgia di quel Tu e segno potentissimo della presenza stessa.
L’importanza dell’opera di Campagnoli è nella disarmante constatazione che oggi, in un mondo sempre più confuso, c’è un bisogno urgente di una parola che sappia incontrare l’uomo di ogni tempo nel suo bisogno di amore.