Il presidente della Regione è intervenuto all’evento organizzato, al Palacongressi, dalla Confcommercio Marche
LORETO (AN) – Il punto di partenza sono i risultati più che soddisfacenti sul turismo marchigiano nel corso della stagione 2022, ma da essi occorre ripartire verso nuove sfide. Da questo dato di fatto muove l’intervento del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, questa mattina agli Stati generali del Turismo 2023, evento organizzato al Palacongressi di Loreto dalla Confcommercio Marche.
“Un anno positivo il 2022 – ha ribadito Acquaroli – anche sopra le aspettative ma non dobbiamo esaltarci e i numeri vanno contestualizzati. Vi erano ancora le ristrettezze per il covid e in tali momenti di incertezza il turismo interno ha inciso moltissimo, dirottando anche nella nostra regione una buona percentuale di presenze che dobbiamo mantenere, riflettendo adesso su come ripartire e ampliare il potenziale di incoming, anche dall’estero”.
La strategia avviata parte dal potenziamento delle infrastrutture a cominciare dall’Aeroporto delle Marche: “Con i vertici dello scalo – ha detto Acquaroli – con le strutture regionali, con l’Atim, si sta facendo un buon lavoro. Sono stati potenziati i voli su Londra, è stata avviata la rotta su Parigi, si sta lavorando sulla Germania, oltre che per la continuità territoriale da e per Milano, Roma e Napoli, perché il turismo straniero si fa soprattutto per il tramite dell’aeroporto. Accanto a questo c’è la promozione, c’è la capacità di creare un’offerta destagionalizzata e di aprirsi a nuovi mercati”.
“A fare la differenza però – sostiene Acquaroli – non è solo l’aspetto finanziario ma la capacità di creare un sistema tra i diversi settori. Abbiamo un territorio straordinario, ancora poco conosciuto rispetto alle sue potenzialità, che può avere un margine di crescita enorme avvalendosi del contributo di tutte le componenti, a cominciare dall’enogastronomia emblema della storia, della cultura e dell’identità dei territori, poi c’è il paesaggio, il patrimonio artistico, il turismo legato alla natura, allo sport, alla fede, per citare alcuni cluster. Un sistema con una regia unica, rappresentata da Atim. Se si rema tutti nella stessa direzione anche le sfide più difficili diventano meno pesanti”.
Le altre iniziative regionali che il presidente Acquaroli ha ricordato sono la legge sui borghi, anch’essi simbolo del territorio marchigiano: “Credere nei borghi significa per noi credere nelle Marche più profonde, quelle che oggi sono più in difficoltà a causa dello spopolamento. Grazie alla programmazione europea abbiamo individuato le risorse per finanziare le politiche attive per i borghi e accanto ad essa si sta lavorando per reperire altri finanziamenti da destinare alla rigenerazione della nostra ricettività”.
La formula consiste nell’essere attrattivi oltre il turismo di massa esaltando le peculiarità marchigiane. In questa operazione risiede anche la cosiddetta destagionalizzazione.
“Per destagionalizzare occorre dialogare, lavorare in sinergia – ha continuato il presidente della Regione – Quando parliamo di borghi, di sport, di enogastronomia, di cultura, parliamo di fattori che costituiscono l’anima della destagionalizzazione. Se però non riusciamo a far dialogare tutte queste realtà, diventa difficile proporre un’offerta valida. Per questo insistiamo molto sul concetto di sistema. Le Marche non hanno un unico grande attrattore, è il sistema regione che è attrattivo in sé”.
Il turismo soffre anche di carenza di addetti. “Lo stesso accade in tanti altri settori – ha evidenziato Acquaroli – è dunque tempo di lanciare un messaggio anche ai giovani per far capire loro l’importanza di lavorare in certi settori. Abbiamo tanti esempi di imprenditori marchigiani che hanno costruito importanti realtà produttive partendo dal basso e avanzando grazie agli studi tecnici. Lavorare nel turismo o nell’artigianato può diventare un plusvalore. Oggi rischiamo di far perdere il senso del reale ai nostri giovani, occorrerebbe far capire loro l’importanza di esperienze lavorative su settori strategici per il territorio in cui vivono, accrescendoli anche dal punto di vista formativo”