Macerata

Macerata, contrasto incendi boschivi: le attività dei Carabinieri Forestali

MACERATA – Anche in questa estate i Carabinieri Forestali del Gruppo di Macerata, guidati dal Tenente Colonnello Simone Di Donato, in analogia a quanto avvenuto negli scorsi anni, sono impegnati nel contrastare gli incendi boschivi.
A causa della scarsità di piogge e nevicate della scorsa stagione invernale, fin dai primi mesi dell’anno, il fenomeno si è manifestato in tutta la sua virulenza ed i Carabinieri Forestali, nel periodo “1 gennaio – 15 agosto 2019”, hanno rilevato 20 incendi boschivi che hanno interessato una superficie complessiva di circa 56 ettari (corrispondenti ad oltre 91 campi da calcio) di cui 53 costituiti da bosco e 3 da campi coltivati o incolti. Quattro incendi sono avvenuti all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
I Carabinieri Forestali svolgono un’opera di prevenzione e repressione, nonché attività di perimetrazione delle aree incendiate, per consentire ai Comuni di pubblicare e aggiornare il Catasto delle aree percorse dal fuoco; effettuano inoltre la repertazione scientifica di eventuali inneschi, mediante l’impiego di militari specializzati in materia.
In tutti gli eventi incendiari, fin dall’immediatezza del fatto sono state avviate indagini al fine di risalire ai responsabili e ad oggi sono stati deferiti, a piede libero, all’Autorità Giudiziaria n. 3 soggetti ritenuti responsabili, a causa di comportamenti negligenti, di incendi boschivi colposi, ovvero originati da accensioni di residui vegetali, avvenuti senza le dovute cautele che le condizioni del suolo e del clima impongono. Essi rischiano ora pene da uno a cinque anni di reclusione.
Nella prevenzione degli incendi boschivi, molto possono fare anche l’educazione e il senso civico dei singoli cittadini, adottando le cautele necessarie e osservando le norme nazionali e locali. Per esempio: evitando di accendere fuochi entro il limite di 200 metri dall’estremo margine del bosco; evitando, inoltre, in questo periodo di bruciare residui vegetali; infine, evitando di fumare nei boschi e nei sentieri che lo attraversano, avvisando prontamente le Autorità in caso di avvistamento di focolai. La violazione delle norme, oltre a sanzioni amministrative importanti, può determinare l’incriminazione per il reato di incendio boschivo, punito ai sensi del Codice Penale con la reclusione da 1 a 5 anni, se colposo, e da 4 a 10 anni, se doloso.
Va aggiunto che, ai sensi della legge 353/2000, le aree percorse dal fuoco, dopo i rilievi strumentali dei Carabinieri Forestali, per quindici anni diventano inedificabili. Senza tralasciare altri divieti, che vanno a gravare sulle aree percorse dal fuoco, di minore durata temporale (10 anni), ma sempre importanti, quali il pascolo e la caccia.

Il Tenente Colonnello Di Donato tiene a precisare che:” il successo della lotta agli incendi estivi è infatti legato ad un efficace servizio di avvistamento e alla rapidità delle operazioni di spegnimento; un tempestivo intervento delle forze a terra impedisce che molti incendi si trasformino da incendi di superficie ad incendi di chioma.

Per giunta l’utilità di volontari motivati come quelli delle numerose squadre comunali possono aiutare anche a salvaguardare le tracce di reato nel corso degli interventi di spegnimento da parte degli addetti alla lotta attiva AIB. Inoltre, le attività tecniche investigative delle Stazioni Carabinieri Forestale, supportate dal NIPAAF, sempre più consentono di individuare cause e responsabili degli incedi boschivi.”

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Redazione

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