MACERATA – Una riflessione sulle barriere e le divisioni che l’uomo è capace di costruire, fatta attraverso i reticolati dei fronti del primo conflitto mondiale fino alle odierne frontiere europee. È il contento della mostra Filo spinato dalla Grande Guerra al tempo presente che ha aperto i battenti sabato 27 gennaio alla Galleria Antichi Forni di Macerata per il Giorno della Memoria 2018, presenti il sindaco Romano Carancini, l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, il dott. Cacciaguerra della Prefettura, i presidente dell’Istituto Gramsci Marche Carlo Latini, dell’Isrec Paolo Copparo, dell’ANPI Lorenzo Marconi e numerosi studenti delle scuole superiori e insegnanti.
L’esposizione, curata da Lorenzo Montesi e Tommaso Leone dell’Istituto Gramsci Marche, è promossa da Comune, Istituto Storico della Resistenza e Fondazione Belli nell’ambito delle iniziative organizzate per non dimenticare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione nazifascista sfociata nello sterminio di undici milioni di persone, tra ebrei, rom, omosessuali, oppositori politici e internati militari.
“L’offuscamento della memoria ci espone al rischio che si ripropongano situazioni del passato. Sottovalutare fatti attuali, come razzismo, xenofobia e nazionalismo, può mettere in pericolo la democrazia” è stato sottolineato nel corso dell’inaugurazione in cui sono stati lanciati ai giovani spunti di riflessione e di analisi dei nostri tempi, affinché si scongiuri il rischio di vivere oggi “la stessa storia del passato, sia pur manifestata in diverso modo”.
Il filo spinato è stato uno dei principali protagonisti della Grande Guerra. La sua efficacia, massima per un prezzo minimo, ne ha fatto uno straordinario strumento di inclusione ed esclusione, il filo spinato figura tra le invenzioni che segnarono la storia del Novecento e il suo impiego tradisce, secondo Olivier Razac, uno dei segreti “meglio custoditi dell’economia biopolitica: ciò che si applica alle mandrie si applica all’uomo”.
La mostra si sviluppa in tre capitoli, il primo incentrato sulla prima guerra mondiale, con scenari di guerra, psicologia della trincea e fisicità del filo spinato. Il secondo sul filo spinato oggi, con i “muri” (Cipro, Spagna, Ungheria, Macedonia) e la drammatica attualità dell’uso del filo spinato che unisce l’inutile strage del primo Novecento con le frontiere europee odierne. L’ultimo capitolo è sulla memoria attraverso il filo spinato diffusa nel ventesimo secolo, che propone foto di scene di film, stampe, locandine, prime pagine delle riviste, cartoline e monumenti, che ritraggono il filo spinato come oggetto della Memoria.
INFO
La mostra rimarrà aperta fino al 9 febbraio con i seguenti orari: venerdì, sabato e domenica 10-13 e 16-19 altri giorni 16-19 chiuso il lunedì.
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