MACERATA – Alla galleria degli Antichi forni a Macerata arriva dal 19 ottobre il Museo del Synth Marchigiano e italiano, un’iniziativa unica nel suo genere che nasce per valorizzare e diffondere la conoscenza di un’importante settore della nostra economia e cultura industriale.
Saranno esposti più di 100 strumenti vintage: sintetizzatori, tastiere, organi e batterie elettroniche di tutti i più rilevanti marchi italiani (che erano al 90 per cento dislocati nelle Marche) per la prima volta tutti assieme. Strumenti che hanno contribuito a fare la storia della musica, elettronica e non, e alcune rarità assolute. Il “museo” non si rivolge solo al passato, infatti sarà anche l’occasione per una ricognizione sulle produzioni attuali con la partecipazione di gran parte delle aziende attualmente attive sul territorio regionale e di quelle nazionali che fanno riferimento al distretto marchigiano, attivo anche nel fornire servizi e competenze ad ampio raggio.
“Da un’idea stupenda, che solo un’immensa passione può generare – ha detto l’assessore l’assessore alle Politiche giovanili, Federica Curzi presentando l’iniziativa in conferenza stampa insieme a Paolo Bragaglie a Riccardo Pietroni, rispettivamente presidente e segretario dell’associazione culturale Acusmatiq Matme – il Museo del Synth marchigiano è diventato, ancor prima di inaugurare, un microcosmo. Un piccolo grande mondo in cui troviamo pezzi di storia, luoghi usati in modo creativo e dunque rigenerati, memoria vivente di ere musicali, personaggi-icona, arte e artigianato.
Troviamo la città al centro di un’operazione di valorizzazione del territorio, di un’industria che ci ha portato nel mondo e anche nella storia. Ho subito convintamente aderito alla proposta di Acusmatiq Matme, riconoscendo pubblico giovamento, un valore altamente innovativo e propriamente inserito nella vocazione di un assessorato alle politiche giovanili. Sono pienamente soddisfatta del programma, un unicum a Macerata, fin quando non vorremo ripeterlo!”.
Le due settimane di svolgimento si articolano poi su concerti, seminari, incontri e tavole rotonde che hanno lo scopo di promuovere la conoscenza della storia e delle realtà attualmente vive ed operanti. Dall’incontro sulla storia della prima batteria programmabile della storia, la Eko Computerythm del 20 ottobre alla grande tavola rotonda con le aziende “Il synth italiano tra passato, presente e futuro” condotto dal professor Enrico Cosimi del 27 ottobre.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Macerata – Assessorato alle politiche Giovanili e dall’associazione Acusmatiq Matme è patrocinata dalla Regione Marche, da Confindustria Macerata, dall’ Università degli studi di Macerata e dall’Università Politecnica delle Marche. Altre collaborazioni di rilievo agli eventi sono con la Rassegna di Nuova Musica di Macerata, con il festival Acusmatiq e con il gruppo di produzione teatrale CTR /Calabresi, Te.Ma Riuniti.
“Il Museo del Synth Marchigiano – ha detto Bragaglia – nasce da due cose: una grande assenza e una grande ricchezza. L’assenza è la mancanza di consapevolezza che, anno dopo anno, è possibile constatare riguardo la storia del distretto industriale musicale marchigiano, il più grande di Italia ed uno dei maggiori di Europa, uno dei punti di forza dell’economia e delle creatività regionale.
La ricchezza è invece il lascito alla storia e alla cultura musicale contemporanea, evidente non appena ci addentriamo nella massa di registrazioni e documenti audio e video di un infinito numero di artisti. Dai Pink Floyd ai Kraftwerk, da James Brown ai Tangerine Dream, da Keith Emerson ai Radiohead è impossibile contare il numero di produzioni musicali nazionali ed internazionali che sono state costruite utilizzando synth e tastiere nati in questo fazzoletto di terra, le Marche.
Purtroppo, se è giustamente acclarato e di comune opinione che la nostra regione è la “patria” della fisarmonica a livello mondiale, la sorte delle tastiere e dei sintetizzatori nostrani non sembra essere altrettanto fortunata. I fasti di questa parte della nostra industria musicale vengono troppo spesso declinati al passato e sembra anche che la memoria storica del periodo aureo degli anni ’60, ’70, ’80 si stia scolorando, oscurata in un mondo sempre più assetato di novità e costretto a marciare al passo di una innovazione tecnologica impetuosa.
Eppure, possiamo assicurarvi – ha proseguito Bragaglia – che il fuoco ha sempre covato sotto la cenere, che il distretto ha ancora idee, competenze e forza da vendere, corroborato per di più da idee innovative e a volte rivoluzionarie, come è sempre stato nel passato. Gli anni del boom sono un ricordo del passato naturalmente, l’epoca in cui la Farfisa di Camerano era la più grande azienda europea di strumenti musicali è lontana. Ma la forza del tessuto produttivo, ad uno sguardo più attento sembra ancora essere lì, intatta ed innervata da quel reticolo di competenze che lo ha sempre contraddistinto. E sono i fatti a dimostrarcelo, con nuove aziende, nuovi prodotti, nuove collaborazioni in un contesto nazionale ed internazionale, in forme nuove, in simbiosi con le esigenze di un mondo ed un mercato del tutto trasformati”.
Info: www.museodelsynth.org .
Nella foto: la conferenza stampa di presentazione del Museo del Synth Marchigiano
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