L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è originata dall’intervento, espletato domenica notte, dal personale della Volante, allertato dalla segnalazione di una lite violenta in atto fra una coppia di nigeriani, all’interno di un appartamento sito all’ultimo piano di un immobile di Macerata.
I poliziotti, subito intervenuti fino al pianerottolo dell’appartamento in questione, si sono trovati di fronte una donna straniera, con in braccio il figlio piccolo in lacrime, in forte stato di agitazione tanto che le urla di lei si udivano fin dalla strada, entrambi con evidenti segni di violenza sul corpo. La donna, non esprimendosi in italiano, ha fatto capire agli agenti intervenuti di essere stata picchiata dal compagno, minando il gesto dell’aggressione. L’aggressore, rifugiatosi dentro casa, veniva quindi individuato e accompagnato in Questura dai poliziotti, mentre la donna col bambino trasportati in ospedale per essere curati.
La vittima, dopo aver ricevuto una prognosi di 40 giorni per le percosse ricevute, decideva alla fine di denunciare il suo aggressore. Grazie alle minuziose dichiarazioni raccolte, gli investigatori della Squadra Mobile hanno ricostruito quindi tutti gli altri episodi di maltrattamenti, fisici e morali, subiti a partire dal 2020 (tre in tutto) e da ultimo sfociati nella violenta lite di domenica mattina, in cui la donna è stata prima palpeggiata, poi percossa con la fibbia di una cintura e infine cacciata di casa e lasciata fuori insieme al figlio piccolo, anche lui vittima di violenza in quanto afferrato e scaraventato a terra dal padre poco prima. Dal racconto della persona offesa, emergono anche due episodi di violenza sessuale (incluso quello subito la notte dell’intervento del 2 luglio).
Il successivo sopralluogo di polizia scientifica espletato all’interno dell’appartamento permetteva di repertare, all’interno della camera da letto della coppia, le tracce di sangue lasciate dalla donna, avvalorando l’accusa avanzata nei confronti dell’uomo.
Il soggetto arrestato, già denunciato per reati della stessa specie nel 2017, si trova ora ristretto all’interno della casa circondariale di Pesaro, a disposizione dell’A. G. procedente.
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