Marche, alluvione 2022: illustrati in Regione i piani e le attività

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A un anno dalla tragedia impegnati tutti i 400milioni di fondi statali e approvato il Piano delle opere strutturali

ANCONA – In Regione si è tenuta oggi la conferenza stampa per illustrare le attività effettuate, quelle in corso e i piani relativi all’alluvione del settembre 2022, a un anno dai tragici eventi che hanno duramente colpito le Marche.

Presenti il presidente e commissario delegato per l’alluvione Francesco Acquaroli, l’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi, il vice commissario per l’alluvione Stefano Babini.

Ristoro danni, ma soprattutto pulizia dei fiumi, ripristino degli argini e opere strutturali importanti per mitigare il rischio idrogeologico e costruire un futuro più sicuro. Ad un anno dalla tragica alluvione del 15 settembre 2022, i 400milioni di euro stanziati dal Governo Meloni per il triennio 22/24 sono stati tutti impegnati ed è stato approvato il piano operativo del Commissario da 106 milioni di euro (nell’ambito dei 400 milioni totali, ndr) riguardo le opere complesse per la prevenzione del rischio idrogeologico previsto nell’ordinanza 1011 del 23 giugno 2023 che permette di intervenire, direttamente, a livello strutturale sulle situazioni più gravi sotto il profilo dei rischi residui causati dalla terribile alluvione dello scorso anno.

“Il lavoro che è stato svolto in questo anno non ha precedenti – ha spiegato oggi il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, commissario per l’emergenza Alluvione nel corso di una conferenza stampa – . Sono tantissime le risorse in campo, grazie ad uno sforzo enorme del Governo centrale che per la prima volta e intervenuto in modo così significativo. Altrettanto grande lo sforzo della Regione che prima dell’alluvione aveva già implementato le risorse per il dissesto idrogeologico e che ha stanziato risorse proprie per circa 24 milioni di euro, parliamo di fondi in disponibilità libera, per la pulizia dei fiumi e per il contributo per automobili e furgoni danneggiati o persi. Un sacrificio che doveva essere fatto per dare il massimo supporto ad un territorio che ha vissuto due tragedie, nel 2014 e nel 2022. Per impegnare le risorse e aprire i cantieri è stato necessario il massimo coordinamento tra tutti gli enti e la struttura commissariale. Elemento dirimente, a fine dicembre 2022, è stato lo stanziamento dei 400milioni, e di questo ringrazio il presidente del Consiglio Meloni e il Governo, con le prime disponibilità dal mese di marzo. Nonostante i tempi burocratici insomma, ad un anno di distanza c’è una mole di attività importanti che produrrà effetti rilevanti nelle valli del Misa e del Nevola e nel comprensorio del Catria in termini di messa in sicurezza e ripristino della zona, mitigazione del rischio, manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua e risposta infrastrutturale. Si tratta di elementi necessari per dare alle famiglie, alle imprese, comprese quelle agricole che siamo riusciti ad inserire tra i beneficiari nonostante non fossero previste, e alla zona industriale della Zipa una prospettiva concreta di futuro: i ristori ai danni subiti sono utili, ma soprattutto è necessario poter guardare avanti e progettare senza la paura ad ogni previsione di pioggia. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato sia nell’emergenza che nel ripristino. Venerdì ricorderemo le vittime strappate alla nostra comunità: famiglie distrutte e vite interrotte, ferite che non si rimargineranno mai. Spero che tutto quello che si sta facendo potrà essere utile perché fatti come questo non si verifichino più e per ridare una serenità a queste comunità”.

“Facciamo il punto della situazione ad un anno dalla tragedia – ha proseguito l’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi -. Possiamo sicuramente dire che abbiamo messo in campo una serie di azioni inedite e lungimiranti rispetto al passato. Siamo partiti subito nelle primissime ore con 13 milioni di fondi regionali per 106 interventi di somma urgenza sui fiumi. Successivamente si e pensato al lungo periodo e ci siamo impegnati in una serie di opere strutturali previste da uno studio del 2016, dopo l’alluvione del 2014, ma solo parzialmente realizzate. Siamo partiti da quella base che poi abbiamo ulteriormente ampliato. Il 18 settembre per esempio verrà abbattuto il ponte Garibaldi a Senigallia e abbiamo già un ponte pedonale provvisorio funzionante in attesa del nuovo ponte senza campate nell’alveo; è in via di ultimazione la vasca di espansione di Bettolelle ed è partita la progettazione di altre due vasche prioritarie a monte di Passo Ripe e di Pianello d’Ostra già finanziate. Nel frattempo sono partiti i lavori di somma urgenza per la pulizia del fiume Misa in tutta la sua lunghezza ed il ripristino degli argini: sei stralci e sei ditte al lavoro da Ostra Vetere fino al centro di Senigallia. A breve, nel giro di qualche ora, partiranno altre sei interventi di somma urgenza sul fiume Nevola, sul Cesano e sul Burano. Parliamo di interventi del tutto inediti, mai effettuati prima”.

“Le consistenti risorse sono state fondamentali – ha sottolineato il vicecommissario per l’emergenza Alluvione Stefano Babini perché ci hanno permesso di fare una programmazione seria delle esigenze. Oltre al piano di ristoro dei danni, le risorse sono state tutte allocate in base a precise attività. Particolarmente importante l’ordinanza 1011 che ha permesso il cambio del metodo operativo: una vera e propria svolta in termini di snellimento burocratico perchè sarà possibile gestire interventi strutturali, come ad esempio vasche di laminazione o interventi sulle intere aste fluviali per la messa in sicurezza del territorio. Inoltre sarà possibile provvedere alle procedure di risarcimento dei danni subiti alle abitazioni e alle imprese.”.

In conclusione il direttore della Protezione civile delle Marche Stefano Stefoni ha ricordato che tutto il sistema di monitoraggio e allertamento è stato ripristinato, aggiornato e tarato in base agli eventi degli ultimi anni, che prima non si erano mai verificati con così forte intensità.