Al termine dell’incontro ci sarà l’apericena. Per partecipare è necessaria la prenotazione, per info e prenotazioni basta chiamare il numero 348.3369040. La serata è il secondo appuntamento del progetto “Le arti si incontrano”, organizzato in collaborazione con la Scuola di Musica OverJazz School (che segue la parte riguardante la musica Jazz), con Galleria Marconi e con Teatro degli Aceti.
In occasione del primo incontro, domenica 18 ottobre, la curatrice Valentina Falcioni e la relatrice dott.ssa Eleonora Tassoni hanno scelto “Words and pictures” di Fred Schepisi come film che desse il via al loro percorso “In parole e immagini. Il film è stato molto apprezzato dal pubblico intervenuto, sia per i temi trattati sia per il modo in cui il regista lo ha fatto. Molto apprezzati sono stati poi sia gli interventi della dott.ssa Tassoni, che ha esposto un percorso letterario, filosofico e artistico sulla musa e sull’evoluzione di questo concetto nelle arti nei secoli, e della dott.ssa Falcioni che ha proposto un intervento sul rapporto tra parole e immagini dalla preistoria al contemporaneo. Al termine dell’incontro l’Apericena è stato un momento di divertimento, socialità e discussione per tutti.
L’idea alla base di “Le Arti si incontrano” è quella di far nascere nuove idee, nuova energia e aggregazione sul territorio, utilizzando l’incontro tra i linguaggi artistici che si raccontano in un contesto nuovo, unico e sinergico, che mette in rapporto contesti differenti.
Il risultato che si spera nasca è una contaminazione di sensibilità diverse, capace di sviluppare creatività e partecipazione sul nostro territorio.
Il tema della conferenza tenuta da Marco Di Battista è Il jazz bianco e quello nero, un dualismo senza differenze. Il racconto della prima stagione del Jazz attraverso le vicende di alcuni tra i protagonisti più significativi del periodo, i musicisti che, in pratica, hanno operato la sintesi utile per definire il linguaggio. Il jazz, all’inizio del Novecento, si è mosso dalle campagne e dalle periferie per arrivare in città insieme ai flussi migratori dei neri. Nel breve volgere di alcuni anni si è trasformato da movimento spontaneo ad una musica di consumo. Gli anni venti rappresentano, in particolare, il passaggio dall’età del mito e dalle leggende alla storia: se all’inizio del decennio il jazz è ancora in una dimensione tutto sommato pionieristica, poco prima del crollo di Wall Street le grandi orchestre hanno già dato l’avvio all’era dello Swing. Il jazz ha continuato la sua opera di continua trasformazione per tutto il Novecento proprio sulla scorta delle esperienze di questi grandi artisti capaci di mettere continuamente in discussione e trovare soluzioni capaci di leggere il presente e dare risposte utili anche per il futuro.
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