Dalle Note di Regia dello spettacolo:
… si tratta di “Una storia scritta oggi e pensando ad oggi. E’ così che Goffgredo Fofi definisce nella sua post fazione il racconto di Schmitt del 2001, portato sul grande schermo nel 2003. Gabriela Eleonori e Saverio Marconi tornano a confrontarsi con un testo impegnativo del medesimo Autore, e stavolta lo fanno con un racconto intimo che parla agli spettatori guardandoli negli occhi”.
E’ la storia di un’infanzia, “infanzia che bisogna lasciare” o quella “da cui bisogna guarire”, di un’emancipazione, di un superamento delle difficoltà attraverso un percorso di scoperta, di conoscenza di sé e di culture differenti. E’ anche la storia dell’incontro tra un undicenne ebreo e Ibrahim, un vecchio arabo proprietario di una drogheria; mondi o sottomondi che si incontrano, coabitano, in un invito al rispetto delle identità altrui e alla ricerca delle radici comuni “oltre le barriere delle lingue, delle nascite, delle fedi”.
La manifestazione del 27 gennaio, rievoca i fatti della fine della Seconda guerra Mondiale e in particolare di quando truppe russe dell’Armata Rossa approdarono in Germania liberando il campo di concentramento di Auschwitz, nonché lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, tutti gli uomini che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
L’assessore alla cultura, Giorgia Fabri, intende sottolineare il fatto che, come d’abitudine, si tratta del coinvolgimento profondo della comunità con lo spettacolo della sera ma anche e soprattutto, la mattina, con l’incontro del regista e attore Saverio Marconi con i ragazzi della scuola media. L’evento è opportuno come non mai, in un momento di particolare complessità nei rapporti umani e sociali, al fine di evidenziare quanto importante sia il confronto tra culture diverse, non per escludere ma per includere, ovvero per consentire una proficua, tollerante ed accogliente convivenza tra fedi e razze diverse. Invece di dare peso alle differenze dovremmo assegnare valore ai sogni.
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