Lettera 22 è ispirato ad Adriano Olivetti, al suo pensiero visionario e attuale, a un’idea diversa di sviluppo per il nostro presente, ai legami necessari tra economia e vita, tra materia e poesia. Il lavoro nasce da una lunga ricerca e dall’incontro e dalla frequentazione con il mondo produttivo, nella convinzione che il suo confronto con i territori dell’arte possa essere non solo profondo e proficuo, ma necessario. Adriano Olivetti lo aveva intuito e praticato molto tempo fa. Molti altri e altre nel tempo hanno esplorato vie analoghe. Simon Weil, Maria Montessori, Danilo Dolci: viaggiatori su strade impervie e mai schematiche, anticipatori di quella necessità di incroci che è del nostro tempo. Un tempo ibrido dove il pensiero olivettiano è di casa: esso si muove infatti agilmente dentro la complessità, alla ricerca di un equilibrio tra mani e pensiero, tra cuore e necessità, tra bellezza e materialità, nella costante ricerca di un bene comune.
Il numero “22” del titolo – in omaggio all’omonima famosa macchina da scrivere Olivetti, la mitica Lettera 22 – si è rivelato una preziosa traccia drammaturgica. Una sottotraccia alfabetica, che tesse un percorso dove le trame del passato – quello di Olivetti ma anche della nostra cultura occidentale – smagliano, per accogliere i nostri bisogni presenti.
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