Underworld è il titolo del ciclo che racchiude gli inediti lavori su carta nei quali l’artista ha interpretato il mondo sommerso, sia marino che interiore. Ha concepito per le due sale espositive – una completamente bianca e l’altra dalle pareti nere – altrettanti “fondali” che danno un senso di continuità con lo spazio, ora ipnotico e fluttuante come un acquario. Pesci e meduse, figure fantastiche e reperti archeologici assumono altra valenza, di sogni come di rivelazioni, difatti Vespasiani erede di una conoscenza che attraversa i secoli, impiega la sua arte come trasmissione dei moti dello spirito, nel portare alla luce ciò che deriva dagli archetipi, dall’origine.
La serie dei dipinti si presenta come una vera immersione nel mondo dell’inconscio e la sua ricerca si basa sul sapere delle grandi tradizioni, a livello sia concettuale che pratico. La sua pittura esprime le conquiste del pensiero occidentale e la delicatezza del tratto orientale, la decisione del segno insieme alla raffinatezza dell’uso delle tonalità cromatiche, che lo collocano tra i più autorevoli maestri del colore delle ultime generazioni. E al pari di un pesce Vespasiani sembra possedere una proprietà naturale che gli fa spalancare gli occhi sul mondo, come se la sua evoluzione lo avesse portato a fare a meno della palpebra, per non perdere un solo istante. L’autore ha dato sempre massima importanza ai titoli delle mostre, funzionali nell’introdurre il progetto e anche in questo caso il termine inglese Underworld si apre a più significati, intendendo un mondo sommerso ma anche rischioso, che può riguardare l’aldilà e apparire infinito.
In una pittura ad olio che sa smaterializzarsi, sono evidenti gli insegnamenti dello Zen che raccontano di una natura con cui entrare in contatto, della spontaneità e dell’ispirazione: l’artista li riassume in quattro passaggi – lavorare con abbandono, per cogliere le risorse interiori, facendo quello che si deve, consapevole del momento presente. Mario Vespasiani ha voluto con questo progetto calare la sua visione nelle profondità, inventando nuove forme di vita e abbinamenti di colori, che rivelano una raffinatezza di cui si parlerà a lungo e di cui l’arte contemporanea ha bisogno come l’aria. Anzi, come l’acqua.
L'Opinionista © since 2008 - Marche News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 - Iscrizione al ROC n°17982 - p.iva 01873660680 a cura di A. Gulizia
Contatti - Archivio - Privacy Policy - Policy Cookie
SOCIAL: Facebook - X