PESARO – Il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) nel novembre scorso ha stanziato 209 milioni di euro alle Regioni (Legge 107/2015 detta della “Buona Scuola”: con approvazione del Dl n. 65 del 13 aprile 2017), che a loro volta li hanno già destinati ai Comuni per potenziare i nidi e le scuole dell’infanzia, quindi la fascia da 0 a 6 anni.
Si tratta di un piano pluriennale di azione nazionale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini fino ai 6 anni, il cosiddetto “zero-sei” previsto dalla legge della ‘Buona Scuola’ per un sistema integrato di istruzione che parte dalla nascita e arriva fino alla soglia della scuola primaria.
Sulla base di criteri scelti dal MIUR (dati ISTAT relativi alle nascite e alle iscrizione ai servizi 0-6), la Regione Marche ha ricevuto in totale 5.318.025,00 euro ed ha approvato un piano di ripartizione per cui 442.476,00 euro sono andati al Comune di Pesaro.
La Giunta comunale di Pesaro ha deliberato (con atto n. 7/2018) che la somma sia destinata, in prima istanza, al coordinamento pedagogico territoriale diffuso – quindi rivolto anche alle scuole dell’infanzia statali e paritarie che finora non ne hanno usufruito – e alla formazione continua del personale.
La somma contribuirà altresì anche al consolidamento e ampliamento della rete dei servizi educativi per l’infanzia, attraverso agevolazioni tariffarie per le famiglie che hanno bambini iscritti nelle strutture pubbliche e paritarie, alla qualificazione delle scuole dell’infanzia paritarie e delle sezioni primavera, alle ristrutturazioni edilizie e alla riqualificazione di aree esterne dei nidi e delle scuole dell’infanzia, alle spese di gestione dei servizi estivi 0-6 e a tempo prolungato.
“Grazie alla legge 107 i servizi per l’infanzia escono dalla dimensione assistenziale ed entrano a pieno titolo nella sfera educativa – interviene l’assessore alla Crescita Giuliana Ceccarelli -; gli obiettivi nazionali sul sistema integrato 0-6 sono ambiziosi: 33% di copertura della popolazione sotto i tre anni, la presenza di nidi in almeno il 75% dei Comuni e la qualifica universitaria come titolo di accesso per il personale, anche per i servizi da 0 a 3 anni”.
“Tale contributo – aggiunge la consigliera Alessandra Cecchini – è segno di un’attenzione da parte del governo verso il mondo della scuola, in particolare verso quello 0-6 a cui finalmente vengono destinati fondi spendibili per migliorare i servizi.”