PESARO – I Carabinieri della Compagnia di Pesaro, al termine di articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, hanno arrestato due giovani. Contestualmente, sono stati eseguiti decreti di perquisizione domiciliare a carico anche di altri soggetti coinvolti nelle indagini.
L’attività investigativa ha riguardato in particolare il capoluogo pesarese, ed ha consentito di verificare l’esistenza di un gruppo di giovani dediti al traffico di stupefacenti, in particolare hashish, con acquirenti per lo più minorenni.
Al centro delle indagini uno degli arrestati, intorno al quale gravitavano gli altri indagati, il quale – nonostante appena maggiorenne – annovera un considerevole curriculum e collegamenti col mondo criminale adulto.
Il dato che ha destato maggior preoccupazione è quello costituito dalla personalità degli indagati, tutti giovanissimi:
indifferenti alle regole del vivere sociale;
incuranti di denunce, perquisizioni o ogni altro intervento delle Forze di Polizia e dall’Autorità Giudiziaria minorile ed ordinaria; tutti interventi che anziché mitigare le azioni delittuose, inducevano gli indagati ad intrecciare e allargare relazioni e conoscenze nel mondo criminale;
determinati a porre in essere azioni violente per difendere il ruolo assunto, mediante aggressioni fisiche, con l’utilizzo di strumenti atti ad offendere;
già in grado di adottare strumenti o comportamenti per eludere attività investigative.
Si tratta, in sintesi, di giovanissimi che hanno palesato di non voler “assoggettarsi” al controllo parentale, né tanto meno a quello scolastico o sociale, e che sembrano più attratti dall’infrangere l’ordinamento giuridico, animati non solo dalla voglia di guadagno, ma soprattutto dal bisogno di esercitare un “potere” sul gruppo controllato.
L’attività investigativa ha permesso di ricostruire efferate aggressioni, connesse con l’approvvigionamento e lo smercio di stupefacenti, che sarebbero state poste in essere dagli indagati, e soprattutto da uno degli arrestati – leader del gruppo di spaccio e già noto per la sua appartenenza al gruppo minorile cd. “di Piazza Redi”. Sono state documentate numerose estorsioni, tentate o portate a termine, nei confronti di acquirenti i quali, in caso di ritardo nei pagamenti dello stupefacente, le cui cifre potevano arrivare anche a diverse migliaia di euro, vedevano rincarare il proprio debito. Taluni – e talvolta i genitori degli acquirenti minori – consapevoli dell’indole violenta degli indagati, hanno preferito cedere alle richieste e corrispondere il denaro. Per fortuna però, alcune vittime hanno deciso di denunciare le aggressioni subite, proprio a causa delle considerevoli lesioni riportate a seguito delle aggressioni.
In ultimo, da sottolineare anche le azioni ritorsive poste in essere dal leader del gruppetto, con pretese di denaro divenuta una modalità sanzionatoria anche nei confronti dei “complici”, che si erano resi responsabili di errori, quali ad esempio, quello di essersi “fatti beccare” dai Carabinieri e aver in tal modo perso lo stupefacente, in quanto sequestrato dagli investigatori.
Già nel corso delle indagini, partite nello scorso giugno, proprio in seguito all’aggressione di un giovane per debiti di droga, le attività dei carabinieri hanno portato a due denunce, ad un accompagnamento in flagranza di reato di minorenne, ed al sequestro di oltre mezzo chilo di hashish.
Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti ulteriori trenta grammi di hashish.
I due giovani sottoposti a misura cautelare della custodia in carcere, come da provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, sono stati portati presso il carcere di Pesaro. Al vaglio dell’A.G. le responsabilità a vario titolo degli indagati, in ordine alle ipotesi di reato di: estorsione (art. 629 c.p.), spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver ceduto sostanze anche a minorenni (art. 73 D.P.R. 309/90), lesioni personali aggravate (art. 582 e 585 c.p.).