Pesaro incontra Gino Cecchettin, il 26 febbraio al Cinema Loreto

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Gino Cecchettin presenterà il libro “Cara Giulia”. Mengucci e Biancani: «Sarà un momento prezioso per riflettere sul tema della lotta alla violenza di genere e sulla cultura del rispetto»

PESARO – Gino Cecchettin presenta a Pesaro “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”. Appuntamento mercoledì 26 febbraio, alle 17.30 al Cinema Loreto di via Mirabelli 3: «Sarà un momento importante per riflettere sul tema della lotta alla violenza di genere e sulla cultura del rispetto», dicono il sindaco Andrea Biancani e l’assessora alle Pari Opportunità Sara Mengucci.

Nel libro, pubblicato da Rizzoli, Gino Cecchettin, insieme allo scrittore Marco Franzoso, ripercorre la sua storia di padre, l’amore per la famiglia, i giorni della gioia e quelli del dolore. È una dedica alla figlia Giulia, vittima della ferocia e della violenza dell’ex fidanzato Filippo Turetta, che la uccise l’11 novembre 2023.

L’ingresso al Cinema Loreto è libero e sarà consentito fino ad esaurimento posti. Modera l’incontro la giornalista Silvia Sinibaldi.

«La violenza di genere è una piaga della nostra società. Un’emergenza sociale complessa, che va contrastata anche attraverso un’educazione ai rapporti sociali e sentimentali, soprattutto nelle giovani generazioni che si affacciano ai nuovi amori e che potranno essere, nel loro futuro, migliori di quelle attuali. Grazie a Gino Cecchettin per il prezioso lavoro di sensibilizzazione che sta portando avanti anche attraverso la Fondazione Giulia Cecchettin, che si impegna a valorizzare e supportare, in una logica di rete, le organizzazioni già presenti nel territorio che sostengono le donne vittime di violenza».

IL LIBRO

Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia (Rizzoli 2024)
Sinossi: Giulia è la figlia ideale. Studia, disegna, sogna di vivere in una brughiera, colleziona scatole e regala sorrisi dolcissimi. Poi una sera scompare, inghiottita da una morte assurda: un femminicidio. Travolto dal dolore più atroce che un padre possa sopportare, Gino Cecchettin sceglie di non stare in silenzio, si interroga sugli esiti più efferati di una cultura patriarcale che ancora ci riguarda e trova le parole per ricordare chi era Giulia e cosa ha imparato da lei. In questa lunga lettera scritta insieme a Marco Franzoso, Gino ripercorre la sua storia di padre, i giorni della gioia e quelli del dolore. Commuove e invita a “costruire un’alleanza tra i sessi, anziché consolidare la prevaricazione di uno sull’altro”. Ci esorta ad ascoltare le giovani e i giovani del nostro Paese e ad aiutarli a contrastare ogni forma di violenza di genere, insieme