Il premio nasce dall’idea del nipote Daniele Bartocci, giornalista, che probabilmente ha “ereditato” dallo zio Giuseppe la passione per il giornalismo, coadiuvato dagli altri nipoti Alberto Santoni e Giuseppe Papadia. Con questa iniziativa si vuole attribuire un riconoscimento a chi si è particolarmente distinto nelle varie categorie del giornalismo, sia locale che nazionale, nel ricordo di Giuseppe Luconi.
Il programma del premio verrà comunicato successivamente, in relazione all’evoluzione dell’emergenza Covid-19, e sarà visibile anche sui canali ufficiali appositamente dedicati. Per eventuali segnalazioni, interessamenti e candidature si fornisce ad oggi il seguente recapito segnalazioni@premiogiornalisticogiuseppeluconi.it
La location della cerimonia dovrebbe essere la prestigiosa Sala del Lampadario del Circolo Cittadino di Jesi.
Giuseppe Luconi, giornalista e storico, nonché autore di oltre 20 libri, ha sempre creduto in una stampa libera, oggettiva e autorevole, contraddistinguendosi per il suo stile preciso e puntuale, semplice e discreto, senza retorica o ridondanza, chiaro e comprensibile a tutti, e che riesce nello stesso tempo a trasmettere emozioni sincere, senza mai rinunciare alla verità. La sua modestia lo ha sempre tenuto lontano dalle occasioni mondane, preferendo dedicarsi pienamente e con amore alla scrittura e al giornalismo.
Iscritto all’ordine Nazionale dei giornalisti dal 3 gennaio 1957, Luconi è stato Fondatore e direttore (1962-1978) di Jesi e la sua Valle, vice-direttore, condirettore e direttore (1996-2006) di Voce della Vallesina, di cui è stato collaboratore sin dal primo numero (1953). E’ stato corrispondente della Rai (1952-1962), dei quotidiani Il Popolo, L’Avvenire d’Italia, Corriere della Sera, Voce Adriatica, Il Giorno, Il Messaggero, Resto del Carlino e collaboratore del Corriere Adriatico. Dal 7 dicembre 1969 è stato socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Numerosi sono i premi e riconoscimenti ricevuti, tra cui ricordiamo nell’anno 2000 il conferimento, da parte del sindaco di Jesi, del titolo di cittadino benemerito, e nell’anno 2013, il trofeo ricevuto dall’Ordine dei Giornalisti delle Marche per i suoi 60 anni di attività svolta nel campo dell’informazione.
Grazie ai suoi studi storici e alle sue ricerche approfondite e scrupolose effettuate in sessant’anni di attività, Giuseppe Luconi può essere annoverato di diritto tra i personaggi che hanno contribuito a svolgere un prezioso servizio all’intera comunità, consentendo a tutti, attraverso una meticolosa lettura del passato, di comprendere e apprezzare al meglio anche il nostro presente.
Alla domanda “che cosa consiglierebbe ad un giovane per diventare un buon giornalista”, Luconi rispondeva con 3 punti: 1) essere onesti con se stessi per poterlo essere con i lettori; 2) avere le idee chiare per poter scrivere con chiarezza, in modo da farsi capire da tutti; 3) convincersi che il giornalismo non è un privilegio, ma è un servizio, da esercitare con umiltà e sacrificio.
È opportuno in questa occasione citare, sia pur brevemente, le altre doti artistiche di Luconi. In particolare ebbe fin da ragazzo una spiccata predisposizione per il disegno, che lo portò a conseguire nel 1947 la maturità artistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Questa sua capacità si è manifestata negli anni con numerosi e apprezzati ritratti di familiari e di personaggi più o meno conosciuti in campo nazionale e anche locale; ritratti pubblicati in alcuni dei suoi libri o riviste ed esposti con successo in varie mostre della sua regione.
Meritevole di attenzione è stata la sua passione di cineamatore, che lo portò, negli anni sessanta, ad acquistare la prima cinepresa per dilettanti e a girare film di vario genere, ottenendo riconoscimenti nazionali anche in questo campo.
Nello stesso tempo è stato un commentatore acuto e penetrante delle molteplici testimonianze visive che Geniale Olivieri, con la sua cinepresa, ha raccolto sulla Jesi di ieri e di oggi.
L’eredità letteraria che ha lasciato Giuseppe Luconi resterà un punto di riferimento per tutti coloro, soprattutto i più giovani, che intendono avvicinarsi al panorama giornalistico.
In data 1 luglio 2015, alla presenza del Vescovo, Voce della Vallesina – a cui è stata donata gran parte della sua biblioteca – ha intitolato a Luconi la “Stanza delle consultazioni e dell’archivio”.
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