FANO – Una cosa mi è balenata guardando fuori dalla finestra nella sospensione forzata che stiamo vivendo. E’ affiorata come un pesce che guizza fuori dall’acqua, un delfino che si increspa tra le onde. Chi scrive, vuole sempre scrivere anche su quel che gli passa per la mente, sul raggio di sole che improvviso gli deterge il viso e lo riscalda, sulla mosca che avvisa del suo ronzio mentre passa e avvisa della primavera, sul fiore che sboccia e rilascia odori per le vie, sul cielo azzurro che copre la visuale all’infinito, sul presente o sul passato, sui ricordi, sui progetti, sull’avvenire, sul canto degli uccellini che riempiono l’aere.
Chi ama scrivere, vuole farlo e ogni scusa che ritiene lecita, è buona. Chi ama scrivere si immagina un pubblico di lettori o solo un paio che inciampano nelle sue lettere, e scrive, scrive loro perché quel fare lo anima. Così è credo un po’ come per chi dipinge, recita, balla, canta, per chi fa arte o per chi fa il medico o l’infermiere, per chi progetta costruzioni e ponti, per chi fa ricerca e studia in laboratorio, chi coltiva e usa le mani, chi ha vesti sacerdotali e compie missioni, chi guida aerei, chi diffonde notizie e accorcia le distanze, chi aggiusta motori o macchine, chi scolpisce il legno, chi cuce abiti.
La passione si accende, la senti dentro e ti spinge a barricarti per andare al lavoro e fare il tuo compito perchè in quello ti senti chiamata, rispondi al tuo servizio in modo pieno e coraggioso, vitale. Quindi ore su ore, sacrificio, senso di responsabilità, senso del dovere, fuoco di vita.
Il sogno diverso di tanti viene in tal modo, a comporsi come un puzzle in un unico grande disegno di società e quindi di speranza e condivisione verso una meta individuale che è anche collettiva in cui ciascuno gioca il suo compito degno. Pensate negli ospedali, nelle cliniche come anche guardare un quadro, leggere poche righe, vedere persone che si prostrano possa aiutare e rallegrare; ogni dettaglio se volto al bene si congiunge agli altri.
In questo momento così duro, ravviviamo i nostri sogni, coloriamoli, facciamoli sentire importanti perchè sono noi, siamo noi quei sogni, difendiamoci così. Sentiamoci vicini e uniti nella battaglia. “Noi siamo le mani e voi il cuore“, disse Fra Rino Bernardini.
Se vogliamo, nessuno può strapparci la speranza. Sigilliamola e custodiamola gelosi come fiamma ardente. Grazie a tutti i medici, a quanti si occupano dei malati, delle persone sole e afflitte, a quanti si stanno prodigando con la preghiera, con le donazioni. Grazie a quanti stanno rispondendo con tanto bene a questo male, ognuno nessuno di meno.
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