Le indagini sono partite nel novembre 2023, quando i Carabinieri di Sarnano, dopo aver accertato un ingente furto di discendenti in rame predati da una struttura ricettiva del luogo, momentaneamente chiusa per alcuni interventi di ristrutturazione, hanno avviato una serie di iniziative investigative. Tali iniziative in breve tempo hanno loro consentito, non solo di accertare la presenza in quell’area di due fratelli originari della provincia di Benevento, pluripregiudicati per reati contro la persona e il patrimonio, ma anche di raccogliere elementi indiziari a loro carico.
Gli accertamenti hanno consentito di verificare che pochi giorni prima del furto i due indagati si erano presentati al proprietario della struttura chiedendo informazioni in ordine alla possibilità di affittarne un’ala per ospitare gli operai della loro impresa edile, occupata in alcuni interventi di ristrutturazione nel cratere del sisma del 2016. E’ stato accertato, inoltre, che gli stessi soggetti, nei giorni successivi al furto, si erano recati presso un centro di raccolta di rifiuti metallici della zona, dove avevano conferito in più battute circa 700 chilogrammi del prezioso metallo, ottenendo in cambio circa 3.000 euro.
Alla luce delle preliminari risultanze investigative e del fatto che nell’area colpita dal sisma si erano verificati altri furti di discendenti in rame, tutti consumati con lo stesso modus operandi presso abitazioni isolate, la Procura della Repubblica di Macerata, aderendo alla richiesta dei Carabinieri, ha autorizzato l’istallazione di un dispositivo di radiolocalizzazione satellitare sulle vetture in uso ai due soggetti.
Nei giorni successivi, con l’ausilio del sistema GPS, sono stati compiuti diversi servizi di pedinamento che hanno infine consentito di verificare con certezza che i due fratelli, al termine dei lavori nei loro cantieri, compivano sopralluoghi in montagna presso i piccoli centri disabitati a seguito del sisma del 2016.
Nel corso di un servizio di pedinamento, uno degli indagati è stato controllato in Belforte del Chienti e a bordo della sua autovettura sono stati rinvenuti circa 100 Kg di materiali ferrosi, venendo quindi deferito all’A.G. per ricettazione, per illecito trasporto di rifiuti speciali e anche per guida senza patente e rifiuto di sottoporsi al test antidroga, dopo che erano state rinvenute alcune dosi di stupefacente nella sua disponibilità.
Anche la Compagnia Carabinieri di Camerino, indagando su furti analoghi, ha accertato la presenza in zona dei medesimi soggetti in occasione del furto di materiali ferrosi perpetrato nel mese di novembre 2023 presso il cimitero della Frazione Cupi di Visso, riscontrato anche il loro tentativo di vendita del rame ad una ditta della provincia di Ancona.
Nel mese di gennaio scorso i due pregiudicati sono stati deferiti all’A.G. dalla Compagnia di Camerino, dopo che erano stati fermati in località Frontillo del comune di Valfornace, mentre erano intenti a recuperare le grondaie di una chiesa e di tre abitazioni.
L’analisi dei dati di traffico telefonico e telematico generati dai cellulari degli indagati e le informazioni fornite dai sistemi di radiolocalizzazione satellitare istallati sulle vetture a loro in uso, hanno collocato questi ultimi nei luoghi ove i furti erano avvenuti fornendo quindi all’Autorità Giudiziaria un solido quadro indiziario in ordine alla loro colpevolezza.
Le convergenti indagini condotte da militari delle Compagnie di Tolentino e Camerino, hanno permesso di attribuire ai due fratelli campani 46 episodi delittuosi, per i furti di discendenti e grondaie in abitazioni private e presso cimiteri, commessi dal mese di ottobre 2023 al mese di maggio del 2024, nei comuni di Sarnano, Visso, Serravalle di Chienti, Monte Cavallo, Muccia, Belforte del Chienti, Fiastra e Valfornace.
La quantità complessiva di rame trafugato è di circa 70 quintali per un valore di oltre 50 mila euro. Ai medesimi è stato contestato anche il reato di autoriciclaggio del rame presso ditte di smaltimento di rifiuti ubicate in provincia di Caserta, Ancona e Fermo, oltre al reato ambientale di trasporto di materiale senza la prescritta autorizzazione.
Alla luce degli esiti, il G.I.P. del Tribunale di Macerata ha emesso ordinanza di custodia cautelare, disponendo l’arresto dei due indagati e la loro traduzione al carcere di Ancona Montacuto.
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