La seduta odierna dedicata alla progettazione del nuovo ponte Garibaldi. Sicurezza e rispetto delle norme i capisaldi per la realizzazione dell’opera
SENIGALLIA – Sicurezza e rispetto delle norme. Questi i due principi ribaditi quest’oggi nel corso del Consiglio Grande organizzato dall’Amministrazione comunale di Senigallia . Hanno partecipato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, commissario per l’alluvione del 2022, l’assessore regionale alla Protezione civile e alla Difesa del suolo e della costa, Stefano Aguzzi, e il vice commissario Stefano Babini.
Il presidente Acquaroli in chiusura dell’assise, ha sottolineato che non si può derogare dal rispetto delle norme e che la sicurezza è il primo obiettivo senza il quale non si può parlare di turismo, sviluppo, viabilità e vita cittadina ricordando che non Senigallia, ma tutta la vallata del Misa e del Nevola sono soggetti ad una secolare fragilità idrogeologica che li ha visti subire ripetute calamità naturali, anche, purtroppo, con tragica perdita di vite umane.
“Non mi sono mai sottratto al confronto – ha affermato Acquaroli – e mi sono impegnato sin dalle prime ore dopo l’alluvione per dare risposte, serie e strutturali, che queste comunità attendevano da decenni. Le risposte sono arrivate, a partire dai 400 milioni di euro destinati dal Governo nazionale per il ripristino e la messa in sicurezza del territorio Un’opportunità senza precedenti nella storia di questo territorio che ci ha permesso, innanzitutto, la pulizia dell’alveo dei fiumi da cui abbiamo rimosso oltre mezzo milione di metri cubi di detriti e l’avvio di decine di progettazioni e cantierizzazioni di opere che mitigheranno il rischio idraulico contribuendo a garantire la tranquillità dei cittadini. Ad esempio, a breve, saranno avviati 19 interventi per oltre 80 milioni di euro.
Il presidente ha voluto ribadire che il rischio zero non esiste, ma che tutto il lavoro che si sta mettendo a terra ha l’obiettivo di restituire tranquillità alle comunità e alle imprese che, in assenza di risposte, avevano ipotizzato di delocalizzare le loro attività.
“Non sappiamo se in futuro potranno esserci altre alluvioni, ma è nostro dovere mettere in campo tutte la azioni per fronteggiarle. Ecco perché, anche nel caso del ponte Garibaldi, sono state valutate attentamente tutte le soluzioni alternative a partire dall’ipotesi di ricostruire il ponte come era prima del settembre 2022. Ogni ipotesi – ha aggiunto il presidente – è passata al vaglio delle verifiche normative, tecniche e di tutti i soggetti competenti per i pareri vincolanti ottenendo da ogni interlocutore risposte inequivocabili sulla rispondenza del progetto presentato a tutti i requisiti di legge a cui nessuno può derogare. Non è dunque in discussione quale tipo di ponte costruire, ma quale progetto di ponte rispetta insieme norme ed obiettivi. Fare ostruzionismo dicendo no al progetto presentato significa anche dire no all’accessibilità alla città, alla viabilità e alla sicurezza e, soprattutto, ad un percorso di certezze e prospettive per il territorio.
“Possiamo parlare di paesaggio, di bellezza, di turismo, di economia, di crescita, ma nulla di questo può essere discusso se prima non c’è la sicurezza. Dire no oggi significa lasciare una ferita profondissima, destinando le generazioni future di amministratori, di cittadini, di giovani, di imprenditori di questo territorio in una situazione di precarietà perché se non si realizzano le opere per mettere in sicurezza la città, la città vivrà nell’incertezza e mi auguro che ciò non avvenga”.
Intervento Babini
Il vicecommissario Babini ha illustrato gli aspetti tecnici della progettazione e risposto nel merito delle osservazioni.
“Questo – ha rimarcato Babini – è il miglior ponte possibile che si poteva fare nel rispetto della sicurezza e in modo da avere una costruzione funzionale e duratura. Molti ritengono che sia possibile realizzare un ponte diverso da quello progettato, ad esempio prevedendo la possibilità di sollevare la struttura durante le piene con dispositivi elettromeccanici, ma ciò non è più possibile farlo dal 1° luglio 2009, in virtù della legge statale del 2008 che ha stabilito le nuove norme tecniche sulle costruzioni, in particolare nella parte che riguarda la compatibilità idraulica.
Per potere avere un ponte a norma, dunque, non è ammessa deroga a quanto determinato. Un ponte – ha detto Babini – deve poi avere le due spalle che reggono l’impalcato al di fuori dell’alveo del fiume e deve rispettare il franco idraulico. A Senigallia gli argini sono costituiti dai muraglioni che contengono il fiume e purtroppo quella sezione idraulica non è sufficiente a smaltire le portate d’acqua che possono arrivare nel caso gli eventi catastrofici, come asserito da numerosi studi condotti dalla Fondazione Cima, dall’Università Politecnica delle Marche, dall’Università di Camerino e dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. La costruzione di vasche di laminazione può ridurre il rischio piena ma si tratta di opere complesse per la cui realizzazione i tempi tecnici sono lunghi. Bisogna costruire subito questo ponte in modo che possa funzionare e non induca ulteriori situazioni di criticità”.
Anche Babini ha ribadito che sono state valutate soluzioni alternative, presentate anche al Consiglio superiore dei lavori pubblici e, a seguito di tutte le verifiche effettuate, quella attuale è risultata la soluzione migliore possibile nel rispetto della normativa.
“È stato fatto un confronto con l’amministrazione comunale – ha proseguito Babini – per valutare come inserire il ponte nella maniera meno impattante possibile nel tessuto urbano. Sarà un ponte leggero e trasparente. È stata scelta la tipologia del ponte ad arco, perché una struttura reticolare o un ponte a fascia, ambedue con pareti laterali, avrebbero rappresentato un ostacolo visivo ai Portici Ercolani e così si è deciso di spostarlo una cinquantina di metri a monte. In questo modo si è giunti a un compromesso, anche per quanto riguarda la parte ciclopedonale, inserendo anche la realizzazione di due ascensori, cercando di semplificare l’accesso”.