TOLENTINO – Sold out e pubblico entusiasta per il concerto del Simone Zanchini Quartet e l’originale progetto “Casadei secondo me” lo scorso sabato. L’evento, a cura della Associazione Musicale Tolentino Jazz e con il patrocinio del Comune di Tolentino, ha regalato ai presenti il piacere di ascoltare le innovative contaminazioni dell’eclettico fisarmonicista romagnolo che si è presentato sul palco accompagnato da musicisti di prim’ordine come Cristiano Arcelli (sax soprano e contralto), Stefano Senni (contrabbasso) e Zeno De Rossi (batteria). Brani storici del repertorio di Casedei, trasfigurati e riarrangiati nei ritmi e nelle armonie, e le melodie originali, citate a tratti o nascoste fra i materiali sonori, hanno creato un percorso musicale avventuroso e originalissimo.
In apertura, dopo “In bocca al lupo” con la sua ritmica incalzante e composita, è stata la volta di “Non c’è pace fra gli ulivi” che fra ostinati del contrabbasso, echi sovrapposti della fisarmonica e la melodia dilatata affidata al sax soprano ha evocato suggestive atmosfere che si sono intrecciate quasi come una onirica reminiscenza a sezioni originali del valzer. Modernissimo ed interessante l’approccio che ha caratterizzato “Romagna e sangiovese, la mia gente”, fra distorsione, frammentazione e dissonanze nelle sovrapposizioni fra il tema originale ed il nuovo materiale diviso fra la fisarmonica di Zanchini ed il soprano di Arcelli, impegnato anche in una lunga e vorticosa improvvisazione su una struttura armonica quasi assente. Fra le composizioni meno sconosciute, oggetto di recupero in questa appassionante operazione che ha mescolato la grande tradizione del folk italiano con la creatività del linguaggio jazz, la polca “Marietta” ha dato modo a Zanchini di sfoderare al meglio il suo estro improvvisativo con ampie ed acrobatiche evoluzioni che hanno incluso una lunga citazione di “I Got Rhythm” di Gershwin. Non poteva mancare un classico come “Romagna mia” la cui rivisitazione ha incluso porzioni swingate, numerosi cambi di metro e stili, che hanno esso in luce il perfetto affiatamento e la disinvolta fluidità del contrabbassista Senni e del batterista De Rossi, ed è stata arricchita da un’aspettata divagazione dal sapore mediterraneo con rimandi a suoni e armonie mediorientali condite da timbri particolari come quello del kazoo e dall’impasto derivato dalla simultanea esecuzione al sax soprano e contralto di Arcelli. L’acclamato bis finale ha chiuso in bellezza una serata di grande impatto che ha unito insieme sperimentazione e tradizione.
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