Terremoto: Grillo, “Pronti a collaborare”. Ma è polemica sul post di Enza Blundo

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Beppe GrilloMACERATA – “A situazione di emergenza eccezionale deve corrispondere una risposta eccezionale. Per questo il decreto sisma e le misure previste in legge di Bilancio non bastano più, sono già sorpassate dagli ultimi eventi. Fin dal 24 agosto il M5S ha dato la sua disponibilità a collaborare e a proporre soluzioni per aiutare le popolazioni colpite, in tempi rapidi”.

E’ quanto si legge nel post di apertura del blog di Beppe Grillo (foto), aggiungendo che occorre ora dare “tutto il supporto psicologico necessario. Dobbiamo stargli vicini. Facciamo presto”.

LA GAFFE DI ENZA BLUNDO – E’ però polemica dopo un messaggio pubblicato su Facebook dalla senatrice M5S Enza Blundo, dopo le scosse di ieri mattina. Questo il testo del post: “Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di Governo!!! Anche il terremoto che ha distrutto L’Aquila fu ‘addomesticato’ a 5.8… Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%”. Il post è stato subito notato e rilanciato su Twitter e il senatore Pd Andrea Marcucci ha commentato: “anche in situazioni tragiche come quella di queste ore, non perdono occasione di scrivere bestialità”. Blundo ha poi modificato il testo del suo messaggio: “Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Quello che mi preoccupa è la finzione mediatica, perché può fare danni maggiori del sisma stesso! Massima solidarietà e vicinanza per tutti coloro che sono stati danneggiati”.

LA REAZIONE DEI GRILLINI – “Il post pubblicato dalla senatrice Enza Blundo non rappresenta in alcun modo il pensiero dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato e dell’intero Movimento”. Lo affermano i capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti. “A seguito del violento terremoto che ha colpito nuovamente il centro Italia, ribadiamo la nostra vicinanza alle persone colpite e sentiamo con forza il senso di responsabilità a cui tutti siamo chiamati”, concludono Grullo e Gaetti.