TOLENTINO – Una mostra fotografica per ripercorrere attraverso foto, filmati e memorabilia la vita d’altri tempi della Tolentino tra fine Ottocento e primi del Novecento. Il modo di vivere, i volti, i cambiamenti architettonici e sociali, uno sguardo a 360° al passato della nostra città.
Tolentino Ricordi di una città arricchirà gli spazi del Politeama dal 5 al 27 settembre con oltre 200 foto d’epoca, filmati dagli anni ’30 agli anni ’60, lettere, locandine e giornali d’epoca e sarà visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 20 con ingresso libero.
L’esposizione è organizzata dal Politeama con la consulenza scientifica di Giorgio Semmoloni, con il Patrocinio del Comune di Tolentino e con la collaborazione dell’Archivio Fotografico Tolentino e di Tolentino C’era una volta.
La mostra secondo Giorgio Semmoloni è quasi un album di fotografie di famiglia. Una famiglia decisamente “allargata” poiché coinvolge, in un ampio arco di tempo, tante famiglie della città in un insieme di ricordi, rievocazioni, memorie. E come in un vero album di fotografie di famiglia – dove hanno la meglio le immagini di situazioni liete – anche qui compaiono immagini che costituiscono i ricordi di un’intera comunità, frammenti di tempo fermato nel suo divenire, costretti e imprigionati in un rettangolo di carta. È singolare constatare come, attraverso un procedimento chimico da pochi soldi, si riesca a racchiudere tanti sentimenti: nostalgia, commozione, rimpianto, che emergono dal processo di rievocazione tanto e sempre doloroso perché manifesta ciò che è stato e che non è più. E così quel rettangolo insignificante di carta che rappresentava un momento di gioia, si trasforma, per chi lo ha vissuto, in nostalgia. Per chi invece, per motivi di età non ha assorbito direttamente quelle emozioni nel preciso istante in cui la luce impressionava la pellicola si ravviva la storia per empatia, si rivivono quelle impressioni e quei momenti con l’immaginazione.
Alberto Pellegrino sottolinea che questa mostra, evidenziando consuetudini e comportamenti di un diffuso “agire sociale”, traccia indirettamente il graduale passaggio dalla società rurale alla società di massa già segnata dall’industrializzazione. Con la rappresentazione della vita quotidiana all’interno dell’habitat urbano, essa mostra come tra Ottocento e primo Novecento si stiano allargando in modo graduale le forme e i luoghi della vita di relazione, come inizino a cadere antiche barriere di rigida separazione tra le differenti classi sociali; si può vedere come i vari gruppi sociali vadano a occupare i vari spazi della produzione, della religiosità, della ritualità, dell’educazione, del divertimento, mostrando nello stesso tempo le contraddizioni e le permanenti differenze sociali che servono a conferire verosimiglianza alla complessa rappresentazione della società contemporanea. Emerge tuttavia quella sociabilità del quotidiano che costituisce un importante vettore di modernità e che aprirà la strada alla democratizzazione della vita pubblica […].
La visita alla mostra sarà organizzata nel rispetto delle norme sul distanziamento.
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