MARCHE – Si intitola “Tratti del cratere” ed è un corto documentario sui teatri storici dei Monti Azzurri (MC), resi inagibili dal sisma del 2016. Il progetto, nato da un’idea dell’attrice Lucia Bendia della Cooperativa Teatro Valmisa, è stato sviluppato insieme a Isabella Tomassucci e ai filmmaker Stefano Monti, Fabio Michettoni e Stefano Merlini del collettivo Lunastorta Produzioni, in partenariato con l’Unione Montana dei Monti Azzurri.
Il documentario ha ricevuto il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Marche Cultura attraverso Marche Film Commission, nell’ambito del “Bando per iniziative cineaudiovisive – Zona Sisma” promosso dal DCE Marche.
“Tratti del cratere” si concentra sui teatri storici di alcuni Comuni dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, in particolare sui teatri di Sarnano, San Ginesio, Caldarola, Sant’Angelo in Pontano e Monte San Martino. Tutti questi spazi teatrali oggi sono inagibili e l’unico teatro rimasto aperto è il Flora di Penna San Giovanni che, grazie alla collaborazione con altre realtà, ha continuato a proporre numerosi appuntamenti culturali.
«I teatri storici dei piccoli centri dell’entroterra marchigiano sono stati tenuti aperti per anni grazie all’impegno di amministrazioni locali e cittadini. Essi non soltanto rappresentano un enorme patrimonio storico-artistico, ma sono investiti di un grande valore sociale e culturale» racconta Lucia Bendia, produttrice del documentario.
«I teatri sono luoghi di memoria e di narrazione, spazi di condivisione, di incontro e di scambio per le comunità. Quello che molti non sanno è che intorno ai teatri di queste zone dell’entroterra marchigiano si è creato, negli anni, un fermento culturale fatto di associazioni, formatori, attori, drammaturghi, organizzatori generando un indotto in termini non solo sociali e culturali, ma anche economici. Oggi la maggior parte di questi teatri è inagibile: con il progetto “Tratti del cratere” vogliamo aprirli allo sguardo del cuore delle istituzioni affinché siano presto ristrutturati e riaperti alla comunità. Soprattutto, sono particolarmente grata a tutti i giovani del territorio che con questo documentario, per cui ringrazio Fondazione Marche Cultura, si rendono parte attiva di una nuova stagione di imprenditoria culturale in linea con le esperienze esistenti in Europa di modelli di gestione sostenibile».
«Quando Lucia Bendia ci ha proposto di lavorare a questo progetto, conoscevo già bene la situazione del teatro di Sarnano» racconta Stefano Monti che, insieme ai colleghi Michettoni e Merlini, sta completando le riprese del documentario proprio in questi giorni.
«Poi abbiamo iniziato a visitare gli altri teatri: a uno sguardo superficiale si direbbe che sono ridotti solo a crepe e calcinacci, ma non è così. Questi teatri oggi sono abbandonati, ma non sono e non saranno mai vuoti: sono impregnati delle storie rappresentate al loro interno, delle emozioni condivise tra il palco e la platea. Così è nata l’idea di ibridare due linguaggi: quello documentaristico e quello drammaturgico. Dopo aver raccolto le testimonianze di storici, professionisti teatrali e membri delle compagnie locali abbiamo selezionato tre monologhi che ci sono sembrati particolarmente calzanti rispetto condizione che si trovano a vivere le popolazioni terremotate. I monologhi sono stati recitati dagli attori Mirco Abbruzzetti, Jacopo Cicconofri e Rebecca Liberati all’interno dei teatri abbandonati e, in fase di montaggio, andranno a costituire un unico grande discorso: personaggi incapaci di toccarsi nel tempo e nello spazio perché ormai privati di un palcoscenico, potranno dialogare nella virtualità del video, facendo da controcanto alla parte documentaristica».
Il valore socio-culturale di questa operazione è stato sottolineato anche dal Presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti. «Aver ereditato ben otto teatri storici in soli quindici Comuni testimonia l’imprinting culturale dei nostri antenati e allo stesso tempo determina la nostra responsabilità a tenerli in attività, il nostro dovere di preservarli e valorizzarli» spiega Feliciotti «Oggi, la valorizzazione di questo patrimonio artistico e culturale può essere affidata ai mezzi offerti dalle nuove tecnologie, così ben padroneggiate dalle giovani generazioni. Da qui nasce l’impegno dell’Unione Montana dei Monti Azzurri ad essere partner del Teatro Valmisa in questo progetto che vuole essere una ripartenza, una sfida, un passo avanti per costruire l’avvenire della nostra terra».
Il progetto infatti non si esaurisce con il documentario. Avvalendosi della collaborazione di filmmaker e professionisti della comunicazione attivi sul territorio, il Teatro Valmisa intende promuovere nuove applicazioni del video nel campo del marketing teatrale, con una speciale attenzione alle produzioni delle compagnie teatrali dell’Unione Montana dei Monti Azzurri che hanno più che mai bisogno di far conoscere il proprio operato e allargare il proprio pubblico.
Il documentario “Tratti del cratere” è attualmente in produzione e, prossimamente, verrà presentato al pubblico.