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Umani Ronchi, vendemmia 2020: il Covid non frena l’export

La vendemmia 2020 dell’azienda vitivinicola con sede a Osimo é stata più misurata nella quantità, ma ottima nella qualità

OSIMO – Raccolta contenuta ma con la prospettiva di produrre grandi vini. Annata positiva per le vendite in 60 Paesi del mondo. Michele Bernetti: “Non ci siamo fermati grazie a un modello basato sulla diversificazione di mercati e prodotti”

Manca solo la raccolta delle uve di Sauvignon Blanc intaccate dalla muffa nobile per la produzione del Maximo, tra i più famosi vini muffati italiani. Nel frattempo Umani Ronchi, l’azienda vitivinicola con sede ad Osimo (Ancona), famosa in tutto il mondo per il prestigio delle sue etichette, diffonde il report della vendemmia 2020, più misurata nella quantità ma ottima nella qualità.

“Il 2020 – afferma Michele Bernetti, titolare della storica cantina – sarà un’annata che non dimenticheremo facilmente. Fortunatamente la vendemmia ci ha regalato grandi soddisfazioni. Anche se l’aumento di produzione inizialmente ipotizzato non si è verificato a causa delle condizioni climatiche, si è innalzata l’asticella della qualità, Fattore che rappresenta un valore aggiunto e che ci lascia ben sperare per il futuro e per una produzione con punte d’eccellenza. Inoltre, la nostra strategia di diversificazione dei mercati e dei prodotti si è rilevata vincente e ci ha permesso di non fermarci nonostante la pandemia, continuando a servire 60 Paesi nel mondo con una copertura della quota export del 70% del fatturato”.

Un’annata positiva, dunque, per Umani Ronchi, che è riuscita a mantenere viva l’esportazione, creando piccoli spazi di mercato anche grazie ai legami consolidati negli anni con i vari partner commerciali. Fondamentale, in questo contesto, la diversificazione del prodotto, che ha fatto registrare una buona risposta del verdicchio in diversi Paesi.

Riguardo la vendemmia, l’inverno mite e asciutto e la bellissima estate mai eccessivamente calda e poco umida, intervallata da brevi piogge ristoratrici, hanno permesso alle viti di svolgere il proprio ciclo nelle migliori condizioni climatiche possibili, in particolar modo nella fascia appenninica dove vengono coltivate le uve Verdicchio (95%), Chardonnay e altre.

Per i vitigni a bacca bianca la raccolta è iniziata il 10 agosto con le uve Chardonnay destinate al metodo classico, per proseguire con le uve Verdicchio per base spumante e con quelle Pecorino coltivate nella tenuta di Roseto degli Abruzzi.

Sempre sul fronte dei bianchi, a settembre, l’azienda si è concentrata sulle uve Verdicchio destinate allo storico Villa Bianchi e ai rinomati e pluripremiati Casal di Serra, Plenio e Vecchie Vigne, mentre per i vitigni a bacca rossa la raccolta è partita nella prima quindicina di settembre. Per questi ultimi la vendemmia, caratterizzata da un lungo periodo di siccità, ha comportato una minore produttività nell’area del Conero. Le basse quantità non hanno però intaccato la qualità delle uve, quest’anno decisamente elevata: in particolare, il Montepulciano ha mantenuto una buona freschezza che consentirà all’azienda di produrre vini con una eccellente maturità fenolica, non sempre facile da raggiungere.

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Pubblicato da:
Marina Denegri

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